Recensioni de I cacciatori di prestigio - esistono due mezzi: prima di tutto favorire. la comprensione tra individui di classi diverse; e poi offrire ai giovani il modo di farsi strada, a qualsiasi classe appartengano. Gli ultimi capitoli sono dedicati, appunto, ad una rapida discussione di questi due punti. . Ma qui i difetti che caratterizzano l'inchiesta si fanno più rilevanti: Il lettore, nel disegno per sommi capi della futura società americana, non può non avvertire lo scarso conto in cui sono tenuti alcuni fondamentali elementi, da cui dipenderà in buona parte il progresso sociale e culturale degli Stati Uniti. E, alla fine, nell'indicazione dei rimedi per combattere le persistenti divisioni di classe, deve accontentarsi di vaghe enunciazioni di principio, piuttosto che di concrete scelte tra l'uno e l'altro indirizzo. L'invito alla comprensione tra gli individui di classi differenti, ad esempio, si rivela come un ingenuo espediente per affrontare un problema, strettamente legato a condizioni economiche e culturali, che potrà essere risolto solo se queste ultime si evolveranno per un preciso orientamento politico della maggioranza che è al potere. Nel complesso, I cacciatori di prestigio ha il merito di indicare al lettore italiano alcuni punti di notevole importanza - quale, ad esempio, il declino della classe impiegatizia - sia per comprendere la vita sociale americana che per prevedere le ripercussioni che, anche nel nostro paese, il progresso tecnologico e la burocratizzazione dello Stato e dell'industria non mancheranno di produrre. · La riserva di maggior rilievo, lo si è già detto, riguarda la confusione che l'autore fa spesso tra la corsa al « prestigio » e l'esistenza di barriere di classe; e i limiti dell'inchiesta sono assai gravi in tutta l'ultima parte. Ma, forse, è chiedere troppo allo spigliato réportage di Vance Packard. Anche così esso risponde a tutti i requisiti del libro di successo: sicché non è difficile prevedere un consenso ancora maggiore di ·quello che contrassegnò, nel '59, la pubblicazione de I persuasori occulti. NICOLA TRANFAGLIA Il risparmio e lo sviluppo economico Quali misure è opportuno adottare per stimolare la formazione del risparmio? Conviene tassare gli alti redditi o comprimere i salari? Si può far leva sul settore privato, o è necessario che lo Stato intervenga favorendo la formazione di risparmi pubblici? Questi, ed altri consimili, sono gli interrogativi che si agitano nell'agile libretto che Giorgio Fuà ha dedicato all'analisi del risparmio privato (Lo Stato e il risparmio privato, Einaudi, Torino, 1961). Fuà non è nuovo ad indagini in questo campo. Di lui i lettori iniziati 93 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==