• Mario Di Bartolomei luppo non disponessero della sanzione dell'esproprio per portare avanti programmi zonali di trasformazione dell'azienda e dell'ambiente, secondo precise direttive di riforma dell'ordinamento strutturale e pro- .duttivo delle aree arretrate. Tale necessità, già affermatasi nella discussione alla Conferenza, è maturata soprattutto negli ultimi tempi in relazione agli studi ed ai dibattiti sull'impostazione di una politica generale di piano. Interessanti prese di posizione in proposito si sono avute da parte di uomini politici, di forze sindacali ed anche di alcuni autorevoli tecnici. Una impostazione drastica e rigorosa ne ha formulato, per esempio, la UIL. Oltre la imposizione alle aziende di piani di trasformazione adeguati a realizzare, secondo tappe i11derogabili, gli obiettivi predisposti dal programma per ciascun comprensorio o zona omogenea (con esproprio aL1tomatico per gli inadempienti), la UIL chiede subito l'esproprio di tutte le aziende ove sia già manifesto l'asser1teismo della proprietà e dell'impresa. Nòn è necessario essere degli esperti di pianificazione econo1nica - affermano i dirigenti dell'UIL - per capire che la realizzazione accelerata di u11 pia110 di sviluppo rischierebbe di essere irrimediabilmente compromessa, se si fingesse di illudersi che una parte notevole dei soggetti che devono concorrere alla realizzazione del piano ne seguiranno le direttive, quando si sa a priori che essi non ne faran110 niente perché non vogliono o non possono farne niente. Bisogna inoltre prevedere che anche una larga parte dei meno assenteisti non potrà e non vorrà attt1are il piano aziendale secondo le direttive programmatiche e trasferirà quindi ad altri l'azienda: ciò impone l'esigenza di trasferire l'obbligo della miglioria ·sugli eventuali successivi acquirenti e di autorizzare anche gli Enti ad acquistare essi stessi - dietro un corrispettivo determinato in a11alogia alle norme previste per i trasferimenti della legge sull'Opera Combattenti - una parte delle aziende. L'UIL prevede che - fra espropri immediati, acquisizione di proprietà ed espropri successivi per inadempienza al piano - gli Enti di sviluppo verranno ad operare non solo come strumenti di _ programmata e generale trasformazione delle strutture arretrate, ma anche come veri e propri strumenti di riforma, con un ingente patrimonio di terre da trasferire ai contadini, previa ricomposizione e miglioramento fondiario. Si tratterebbe, cioè, tra l'altro, di impedire che nelle aree agricole arretrate si formi un tipo « spontaneo » di proprietà contadina asfittica ed incapace di competere con la proprietà capitalistica. Bisogna, invece, garantire la creazione di una moderna proprietà contadina - individuale o cooperativa, senza discriminazione verso questa seconda forma - fondata in· ogni caso su dimensioni econo76 I \ Bibliotecaginobianco
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