Nord e Sud - anno VIII - n. 24 - dicembre 1961

.. \ I• . . . ' I, . . . . ' o di reticenze rappresenti tutta la realtà, comunque considerata, del comunismo italiano. Non i pettegolezzi, ma le linee di forza fondamentali posso110 veramente contare qualcosa' per un partito che aumenta costantemente il proprio peso elettorale. Il fatto nuovo cl1e più colpisce è quello delle discussioni accese che si sono avute dopo il XXII congresso e che, rese pubbliche, si trasferiscono dagli organismi di vertice alle organizzazioni di base e sem- . lJrano preludere ad una lunga stagione di aspri dibattiti. Ci colpisce, insomma, la circostanza che si discuta, che si discuta, sembra, liberamente e cl1e, per iniziativa stessa del PCI, se ne abbiano notizie dettagliate. I dirigenti comunisti ironizzano sullo « stupore » dei borghesi che nota110 la passione per la discussione nel PCI. È un'ironia che non ha ragion d'essere: può darsi, infatti, come ha detto l' on. Pajetta nella sua conferenza stampa del 2 11oven1bre, che sen1pre i comunisti abbia110 dibattt1to con l'i1n1Jegno e la libertà necessari i problemi che li riguardano; è sicuro, però, che dal vertice non era mai partito, come ora, lo sti1nolo al più ampio dibattito, ed è sicuro che ai contrasti, specialmente di sostanza, no11 era n1ai stata data pubblicità. I comunisti 110n hanno il culto della democrazia formale e, forse, non avve1tono in tutta la sua importanza il significato di questo fatto nuovo: per noi si pone il problema di vedere se il fatto nuovo non riveli un'evoluzione della natura del PCI e, perciò, di cercar di capire da che cosa nasce, perché nasce, a che tende il fenomeno che le cronache registrano. Si tratta, in realtà, dell' affer1narsi nella pratica di una vecchia tendenza di fondo, una tendenza in qualche modo 11aturale del PCI. Il co1nunisn10 italiano si è sempre ripo1tato a Gramsci, ha osato in momenti molto difficili elevare la funzione dell'insegnamento di Gramsci, allo stesso livello di quelli di ~1arx e di Lenin. C'è di più: ha difeso Gramsci e lo ha imposto in Italia anche 1 quando il fondatore del comunismo 1 ita- ·.liano, teorico an,te litteram della· cc via italiana », non trovava diritto di cittadinanza nella pubblicistica ortodossa controllata dall'URSS. Su questo- punto di pri11cipio Togliatti non ha mai fatto concessioni neppure ai tempi di Stalin. Ed è la fedeltà a Gramsci che ha lasciato costantemente aperta, sul piano puramente ideologico (è ovvio), la via di un'autonomia d'azione e di democratizzazione interna. Il PCI si è visto costretto fino al XX congresso ad accettate una· situazio11e, anormale in rapporto alle sue stesse origini~ di totale costrizione interna. Il PCI, insomma, 11a subito, face11do in una certa misura violenza a se stesso, la logica spie7 .B.. .·i: ··iotecaginobianco > ~ ,.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==