Il « nuovo corso » del PCI di Michele Tito È probabile che nei prossimi mesi ci troveremo tutti costretti a riconoscere che un problema fondamentale della nostra vita politica è quello del cc nuovo corso » comunista. È un problema che ci investe mentre siamo impegnati nello sforzo di conquistare all'area democratica forze e ceti nuovi. Questo è un fattore di difficoltà obiettiva, per noi, che rende difficile stabilire con esattezza quali sia110 le novità nell'universo comunista, misurarne l'effettiva portata, identificarne la natura. Fattori soggettivi, invece, sembrano insidiare la serenità di un'analisi coerente e, nella misura del possibile, rigorosa degli avvenimenti. Gli atteggiamenti prevalenti nella pubblicistica non comunista sono tre: il PCI scopre la democrazia, il dibattito i11terno, l'autonomia, è in una fase ,di clamorosa trasformazione, è, dunque, in crisi; il PCI è dilaniato dalle lotte di corrente, si prepara un muta1nento d'uomini al vertice, ma le cose nella· sostanza non cambiano; il PCI è una « congrega di astuti », niente è accaduto, niente accade, la partita è chiusa. Sono tre posizio11i che, singolarmente, si interseca110 in seno alle forze democratiche e, per ciò stesso, denunciano il prevalere di una tendenza a considerare le cose comuniste per fini puramente strumentali nell'ambito della cittadella democratica. Tutto ciò assumerebbe rilievi drammatici se i confini della democrazia fossero mobili, se cioè non fosse acquisito, almeno nell'attuale momento storico, che la forza politica comur1ista non rientra nella possibile dialettica della normalità democratica. Appunto per questo, tuttavia, e' è il dovere di non speculare sui dettagli, di non ingigantire l'importanza delle formule e, soprattutto, di non risolvere un'analisi con la pretesa che l'esistenza di contra·ddizioni 6 Bibliotecaginobianco
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