però la situazione assume un aspetto più grave per il divario di posizioni che è apparso evidente fra la segreteria provi~ciale (diretta da un gruppo di potere locale) e l'on. Moro, che pure proviene da questo collegio elettorale. Mentre si avvicina la campagna congressuale questo è l'aspetto di maggiore attualità. Da sinistra Moro è stato perciò sollecitato a rompere il suo ostinato e famoso cc silenzio » . La già citata agenzia della sinistra barese, cc Corsivo », è arrivata a scrivere che sul silenzio di Moro cc si costruiscono brillanti carriere, rapide promozioni, orientamenti di attività, irregolarità ... È facile notare in qualunque congresso o -manifestazione la lunga processione ,di gente che si avvicina a Moro, ed il continuo ed inalterabile sorriso con cui quest'ultimo accoglie e licenzia i suoi ' clienti', sedicenti amici. Comunque, Moro tace. Forse ritiene che a nulla varrebbe rompere alcune situazioni sulle_ quali uomini di sua fiducia l'hanno messo in cattiva luce: altri con molta pro- . babilità giunti al successo ricalcherebbero le orme dei primi ... però non si può pensare che la sensibilità e la formazione spirituale, culturale e religiosa di Moro non provochino in lui una ribellione interiore ad una serie di proposte a volte disoneste, illegali o sfacciatamente settarie ed interessate, oltre a quelle estremamente meschine che per la sua statura morale e culturale lo fanno sorridere e tacere » • Pare che ora Moro abbia deciso di riconquistare posizioni all'interno -del partito nella sua provincia. La riprova di ciò sarebbe la nomina che è riuscito ad ottenere a commissario della sezione di Bari della DC per il prof. Damiani, l'ex sindaco e animatore del periodico -di sinistra cc Incontri ». Al prossimo congresso provinciale forse Moro non si limiterà a chiedere all' on. Lattanzio la inclusione di qualche amico nella lista da votare come avvenr1e due anni fa. · Le elezioni del 6 novembre '60 a Bari città riguardavano comunque solo il consiglio provinciale dove c'era già stata una maggioranza -di centro-destra. Si ebbe perciò una campagna· estremamente politicizzata, che non portò a sensibili spostamenti (la stessa cosa si verificò in provincia). In fondo, anche se molti non se ne accorg~vano, tutta la posta delle elezioni provinciali consisteva nello spostamento o meno di pochi voti a favore di qualche gruppo minore, o magari solo nel favorire questo o quel candidato di qualche gruppo n1inore. Per esempio, PSDI e PRI avevano farmato un unico raggruppamento per le provinciali, ed ebbero un seggio. Se l'eletto fosse stato repubblicano, invece che socialdemocratico, è certo che alla provincia di Bari non si sarebbe formata 73 Bibliotecaginobianco ,I
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