Nella- campagna per le elezioni comunali del 1959, vennero a galla i mali tradizionali del Mezzogiorno: la paura, il favoritismo, il clientelismo. Ovviamente, ai vecchi cc paglietta » si erano sostituiti i mode~i strumenti elettorali: gli enti, mobilitati per controllare intere isole di votanti. L'autonomia, la democrazia locale, in queste condizioni, apparivano temi in ribasso. Sul piano propriamente politico si può dire che le elezioni baresi confermarono che la DC e il PCI erano ostili soprattutto ai socialisti. E se Moro, puntando sull'anticomunismo, otteneva di rafforzare la DC assorbendo voti di destra, è anche vero che in pari tempo a sinistra si otteneva un rafforzamento del PCI a spese del PSI. Cosl si combinava il tiro concentrico: per il PCI i socialisti stavano per tradire; mentre per la DC i socialisti erano frontisti e venduti ai comunisti. Altro fatto negativo di quella campagna elettorale fu poi l'errore dei socialisti di rifiutare il ventilato accordo col PRI, per la solita preoccupazione, purtroppo sentita anche dagli autonomisti, del tallonamento comunista. La vita dell'amministrazione comunale eletta nel '59 ha avuto tre distinte fasi. La prima ebbe inizio con la elezione di una giunta minoritaria DC favorita dall'astensione delle destre. È accertato che fra DC e destre (come accennato, MSI e monarchici si presentarono in un'unica lista di cc concentrazione nazionale ») vi fu un impegno preciso. Lo stesso sindaco prof. Dell'Andro scrisse una lettera, in cui prometteva l'ingresso delle destre in giunta dopo il congreso democristiano di Firenze. L'impegno concreto, di carattere politico-amministrativo, era la non municipalizzazione dei vari servizi pubblici. Ciò fu ribadito da una votazione, svoltasi nell'ottobre di quell'anno, sull'argomento. Ma dopo il congresso di Firenze il prof. Dell'Andro, che incautamente aveva scritto la lettera di cui innanzi, non potè mantenere l'impegno: Moro glielo impediva, indacandogli ora anzi ben altre prospettive politiche. La giunta minoritaria democristiana cadde, e nuovo sindaco, in ballottaggio, risultò il socialista senatore Papalia. Per lui aveva votato il consigliere socialdemocratico, che i democristiani avevano tenuto fuori della loro giunta. È chiaro che questa elezione potè avvenire per l'astensione delle destre, che volevano far capire alla DC come non convenisse fare a meno di loro. Si trattava di un cc dispetto » politico a termine. Mette conto sottolineare che la giunta di sinistra, per volontà di Papalia e degli assessori socialisti, ha inteso non limitarsi all'ordinaria amministrazione, e non cadere nella tentazione di non cc molestare le 69 BibliotecaGino Bianco
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