tare in nero la recente casacca riformista ed avvertire seccamente che forse si avvicj na il momento in cui sarà necessario tessere, con date e documenti, la ,divertente storia dei rapporti tra questa amena figura e l'on. Nitti, quando così si chiamava il padrone. A Capasso 15 bisognerebbe •domandare la sua opinione sul fascismo, onde sapere se per avventura sia oggi diversa da quella di poche settimane fa, quando bollava a fuoco quel movimento, e navigava devotamente nelle acque - ahimè oggi pericolose! - di Filippo Turati. Ci vorrebbe poi un trafiletto a parte che intitolerei Omaggio alla realtà, per dire che la coerenza 110nsignifica rigidità ed ottusità di percezione, che la lezio11e delle cose va accolta, e che essa segna la fine dei gruppi e gruppetti a carattere puramente parlamentare. Le forze politiche debbono sorgere dal Paese, organizzarsi i11 paese, guardare al Paese. Non tutti hanno gli stessi peccati in ,questo campo: voi potreste ricordare i miei sforzi, vani sì, ma indizio di b,uona volontà, per una organizzazione provinciale, e ricordare anche il tentativo disgraziato fatto nel Nocerino. Ma comunque i vecchi gruppi vivono nel ricordo, ed in alcune linee programmatiche: bisogna andare verso il Paese. Scusate questa lunghissima lettera, e vedete se vi riesce di fare un bel 11umero, al quale bisognerebbe dare una straordinaria diffusione. Vi raccomando di pigliare a ct1ore la cosa: ne va del 11ostro decoro, p~ù che del nostro avv·enire. Vi avverto che per la « Provincia » ho già raccolto alcu11e n1igliaia di lire. Ro1na, 14 11ovembre 1922 Mio caro Cassola;, prendo atto della vostra del 10 corrente. E se bisogna· attendere otto o •dieci giorni, lasciatemi riflettere guardando ai segretario alle finanze, nel 1904 e nel 1905 coi Gabinetti Fortis e Giolitti. Nelle elezioni del '19 e '21, fu eletto nella lista giolittiana in competizione con la lista nittiana della quale faceva parte Amendola. Fra il '22· e il '23 tentò di avvicinarsi al fascismo; morì lontano dalla vita politica, in grande povertà, a Roma. 15 Pietro Ca passo, (n. 1874 ad Oliveto Citra) medico-chirurgo, libero docente all'Università di Napoli, fu brillante giornalista, collaboratore di numerosi quotidiani ( « Il Mattino », cc Roma », « Il Giornale d'Italia », cc Il Mondo >>, « Il Lavoro >>, « L,' Avanti ») e di alcune riviste (fra le quali « Critica Sociale »). Diresse dal 1909 al 1935 cc Il Pensiero sanitario >>. Fu eletto deputato al Parlamento nel '19 e nel '21, a Salerno, nella lista giolittiana, insieme all' on. Camera e rimase fino alla fine un tenace antifascista. 61 Bibliotecaginobianco
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