ir1tegrazione; e ha tratteggiato la figura del « tecnico-politico » che nella pubblica amministrazione ha supplito in parte all'assenza di ricercatori, sintetizzando le a11alisi di questi ultimi per definire le li11ee d'azione da adottare. Il giudice Greco, discutendo la possibilità d'impiego della ricerca sociale nell'amministrazione giudiziaria, ha insistito sull'urgenza dj un rinnovamento degli strumenti giuridici e materiali della giustizia per renderla aderente alle esigenze della società moderna e ha individuato 11ella riforma del sistema per il reclutamento e il tirocinio dei magistrati la mist1ra più utile per favorire tale rinnovamento. La relazione Greco, 11ella parte dedicata alla cc forma mentis » del magistrato italiano e al1' applicazione - che si fa tl1ttora - di una serie di norme anacronistiche, quale ad esempio gli articoli del vigente codice pe11ale sul cc delitto d'onore », ha fornito un ulteriore contributo alla precisazione dei compiti del sociologo, cl1iamato sempre ad esercitare un'opera di giudizio e di cl1iarificazione nei co11fronti dei ce11tri di decisio11e. Sullo stesso piano, infine, possono collocarsi la ricerca di Franco Ferrarotti sui rapporti tra sociologi e Parlamento e quella di Giuseppe Galasso sui centri di formazione dell'opinione pubblica. Di qt1est'ultima, i lettori conoscono già le direttive e le conclusioni: giaccl1è dalle relazioni sulla radiotelevisione, sul cinema e sui giornali, 1)resentato dal Centro Studi e pubblicate negli ultimi numeri di qt1esta rivista, sono emerse indicazioni di carattere politico e metodologico. È stato possibile - tra l'altro - co11statare l'asse11za di ricerche sociali non strettamente subordinate ai policy-makers e scoprir11e le ragioni nella particolare situazione economica e culturale che condiziona in Italia sia l'attività giornalistica che le trasmissio11i radiotelevisive. Dell'i11dagi11e,senza dubbio di estremo interesse, condotta dall'on.le Ferrarotti Sl1lla Camera dei Deputati è difficile, invece, condividere le conclusioni: partendo dal dato incontestabile cl1e al Parlamento ma11cano uffici studi e di ricerca organizzati in modo da fornire ai politici gli elementi di conoscenza indispensabili per collocare i provvedimenti legislativi nel loro contesto sociale, il relatore è giunto ad affermare che l'istituto parlamentare è i11crisi non per ragioni teoriche ma tecriiche. Mentre le esperienze di altri paesi europei e gli studi dei costituzionalisti, insieme co11l'osservazione quotidiana della lotta politica, permettono di far risalire a be11 altre e ·più complesse cause, la stasi che si è registrata sovente negli ultimi anni; e alla necessità di una revisione di tutta la legislazione fascista, la pessima formulazione che ha caratterizzato molte leggi in questo dopoguerra. Tali obiezio11i valgono, del resto, per l'on. Basso, che, nel suo intervento st1lla relazione Ferrarotti, ha colto l'occasione per riproporre la nota critica all'attuale assetto costituzionale italiano, sulla base di una distinzione - quanto mai discutibile - tra « democrazia governante e democrazia governata ». Nel complesso - e i lettori hanno già avuto modo di rendersene conto - il merito principale del convegno di Ancona è stato quello di aver cl1iarito, una volta per sempre, il significato della scelta che i socio45
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==