kers per scopi non ritenuti poi rilevanti agli effetti della gl1ida e del condizionamento delle decisioni operative », si è tradotta in una rassegna di singoli cc casi » e di precisazioni metodologiche, talora stimolanti dal punto di vista scientifico, inutili però a chiarire le cause di relazioni così stentate e sporadiche. In questa maniera Ardigò è riuscito . a non qualificare affatto la sua relazione sul piano politico, n1a ha anche evitato -di fornire qualsiasi spiegazione sull'atteggiamento dei politici e st1lle loro responsabilità nella situazione di carenza tuttora esistente. È stato l'esempio più evidente di quel rifugio nel tecnicismo cui s'è già accennato. Anche perchè - proprio di fronte a un problema come quello scolastico - ci si rende facilme11te conto delle conseguenze a cui dà luogo l'indifferenza per gli aspetti politici di ogni questione. Nel migliore dei casi, la ricerca - se non si terranno presenti i dati storici della realtà - darà luogo a risultati scarsamente sig11ifìcativi, senza nessuna indicazione per le scelte da operare : il che, per il sociologo, ci sembra veramente assai grave. Quanto alla relazione di Barbano, potremmo ripetere le medesime osservazioni: ancl1e se, indubbiamente, all'ambiguità delle conclusioni hanno contribuito in misura molto maggiore le difficoltà incontrate nell'indagine e lo stato degli studi su partiti e sindacati, condotti in Italia su basi prevalentemente giuridiche e caratterizzati da un inutile quanto invincibile formalismo. Sia l't1na che l'altra hanno rappresentato, a ben guardare, delle eccezioni al convegno di Ancona. Le altre relazioni, come abbiamo detto, sono state caratterizzate da precisi riferimenti alla realtà e all'ambiente, che hanno costituito lo sfondo in cui si sono mossi i primi tentativi di ricerca sociale. Luciano Gallino, occupandosi ,dei rapporti tra sociologi e industrie, dopo aver accennato al grande equivoco che ha rappresentato in Italia la tecnica delle « humans relations », ha chiaramente individuato le cause della difficile posizione del sociologo aziendale nella formazione culturale dell'imprenditore - per il quale ancor oggi, e salvo eccezioni, l'impiego istituzionale della ricerca sociale è i11concepibile - e in tutta t1na serie di iniziative, condotte da elementi sprovveduti, che l1anno finito per screditare la funzione presso molti complessi industriali. Gallino, mettendo in evidenza la gracilità dei rapporti del sociologo con la struttura aziendale e l'ambiguità dei temi di studio proposti di solito dalle aziende, ha tuttavia ribadito come, nell'industria, il compito del ricercatore non debba esaurirsi nel descrivere determinate situazioni, essendo necessario un· contributo di opportuni suggerimenti anche nelle scelte spettanti all'imprenditore. E concetti analoghi sono stati espressi, su questo punto, dagli altri relatori. Il dott. De Rita, della SVIMEZ, esaminando i pochi esempi di collaborazione tra amministrazione centrale e sociologi, ha indicato nel1' orientamento accademico degli studi, non direttamente finalizzati alla soluzione dei problemi di politica sociale, e nella struttt1ra del potere ·pubblico, che non dispone di ordinamenti e di personale atti ad assumere iniziative autonome e a lunga s_cadenza, i motivi della mancata 44 Bibliotecaginobianco
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