Nord e Sud - anno VIII - n. 24 - dicembre 1961

La sua morte prematura nel '46, pertanto non può non considerarsi come uno degli avvenimenti più luttuosi per la rinata democrazia• italiana ». E intanto nel resto dell'articolo che occupa 20 pagine, ritorna con frequenza la deplorazione e l'accusa di uomo « conservatore e retrivo ». Non si può no11 rilevare la contraddizione. Cercheremo bensì di opporre qualche testimonianza, proprio perchè quell'accusa così perentoria non disperda - come dovrebbe se fosse fondamentalmente vera - la forza di penetrazione di quell'insegnamento che il de Aloysio medesimo definisce esemplare. Premettiamo una breve precisazione: Omodeo non era napoletano, ma siciliano: nacque a Palermo. Il padre Pietro apparteneva ad una· famiglia di coltivatori della terra, fittavoli del Vigevanasco, e fu ingegnere del catasto: lavoro che lo esponeva ad equivoche offerte, che ll1i respingeva con tempestose e tonanti proteste che investivano sopratutto i superiori; motivo per cui peregrinò di trasferimento in trasferimento da Catania a Bari, a Padova, in Sardegna. Visse e morì povero, e così fece il figlio per vicende analoghe se pur differenti. La madre era siciliana. Omodeo trascorse in Sicilia con qualcl1e intervallo circa trent'anni della sua vita; malinconici per lui furono i 23 an11i trascorsi a Napoli. Egli si considerò siciliano. Si danno queste notizie perchè spesso avvien di scivolare 11elconservatorismo per situazioni familiari e perchè nel bel mezzo delle lotte politiche, nel '44-'45, divertenti dicerie diedero per certo cl1e Omodeo era padrone di non so cl1e terre e che milioni. Omodeo, perso11almente, non ebbe mai niente da conservare. D'altra parte leggendo il discusso capitolo dell'Età del Risorgimento, sul socialismo, appare subito dimostrata· l'insostenibilità della situazione in cui si era venuto a trovare il ceto operaio nel mondo moderno, tanto da destare nel lettore un vivissimo senso della necessità di mutamenti radicali di uno stato di fatto assurdo quanto colpevole della società. Dopo di che l'autore affronta i problemi del marxismo, <lel socialismo e del m.aterialismo storico. E qui il djscorso di Omodeo sj fa critico. Bisogna anzitutto tener conto che in un primo momento il volume era destinato ai giovani del liceo, poi divenne un trattato di informazione generale; ma nè alla prima, nè alla seconda categoria di lettori Omodeo avrebbe consegnato un fatto così importante e decisivo (:lella società moderna come indiscutibile, come valido al millesimo. Non l'avrebbe fatto neppure se il socialismo fosse stato il suo partito. Egli., stando sul piano della critica, dent1ncia quelli che a suo vedere sono i pericoli e le incongruenze. Così e non diversamente. Bisogna ancora e sopratutto tener conto che nell'anno in cui Omo-- dea cominciava a stendere il suo lavoro - il 1925 - cominciava l'ascesa ,di Stalin che appunto nel dicembre -di quell'anno presentava la relazione politica del Comitato centrale del XIV Congresso, sulla potenza 37 iblio~ecaginobianco

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