' . ., . . . . . . . . .. ', quanto riguarda l'europeismo è necessario che esso sia in Italia liberato dall'abbraccio mortale •delle ·destre nazionaliste; ed ancl1e da quello delle destre liberiste, se non altro perchè oggi si tratta di collaudare la · capacità delle istituzioni europeiste anche nei confronti dei grandi problemi di sviluppo regionale dell'Europa, per evitare che, per il prevalere di indirizzi liberistici, si accentuino le tendenze alla concentrazione dello sviluppo nella fascia Iotaringica, con progressivo impoverimento delle zone periferiche. Per quanto riguarda il meridionalismo è necessario poter disporre di una maggioranza decisa a forzare i tempi dell'industrializzazione del Mezzogiorno e capace di far valere tutte le esigenze di una pianificazione cc operativa »; e questa maggioranza naturalmente non può essere quella dei cc convergenti », che i dorotei volevano tenere insieme, perchè ogni tentativo di forzare i tempi dell'industrializzazione e di imporre le esigenze della pianificazione cc operativa » urterebbe ancora, come è sempre urtata, nei veti più o meno sottoi11tesi dell' ~la destra della convergenza. Ci sembra, quindi, che l'on. Colombo, sia pure all'interno del gruppo doroteo, -dovrebbe assumere una posizione favorevole all'apertura a sinistra, giustificandola peraltro con tutte le argomentazioni cl1e discendono dalla necessità di indicare prospettive politicl1e reali per la concretizzazione degli interventi meridionalistici che si auspicano in connessione con nuovi indirizzi della politica economica italia11a. Qualora l' on. Colombo venisse a trovarsi alla destra dell' on. Moro, non si potrebbe non denunciare la sua incoerenza. Al congresso di Napoli del 1962 si dovrebbe quindi ritrovare il Colombo del congresso di Napoli del 1954. Ma lo si ritroverà veramente? A qualcuno è sembrato, che, relativamente alla politica di piano, l'on. Colombo abbia fatto cc un passo indietro » dopo il convegno di Torino presieduto dall' on. Pella. Ci sarebbe stato un riavvicinamento fra Pella e Colombo. Gli amici dell'on. Colombo hanno scritto, infatti, cc che il Convegno di Torino - nelle conclusioni che ne ha tratto il Ministro del Bilancio - è valso a mettere in evidenza, almeno nelle dichiarazioni di principio, come la posizione dell'on. Pella tende ad avvicinarsi alla nostra ». Sarebbe veramente ingenuo l'on. Colombo se non si rendesse conto - quale che sia il giudizio che si volesse dare del convegno di Torino - che la pianificazione dell'on. Pella sarà sen1pre un paravento per salvaguardare sostanziali tabù liberistici, un alibi, t1na cortina fumogena; e che, se non interviene l'auspicata svolta politica la vera via della pianificazione per uno sviluppo equilibrato dell'economia italiana, che Colombo dice di voler imboccare, non può essere imboccata. Può darsi che il convegno dell'on. Pella a Torino abbia fatto talune concessioni nel senso delle tesi che erano prevalse al convegno del1' on. Colombo alla Men dola. Ma si tratta di concessioni tattiche. La politica che Colombo dice di. auspicare è una politica di sinistra, non gradita dalla destra economica. E non possiamo credere che vi sia ancora chi si illuda, dopo tante esperienze significative, che possa essere fatta u11apolitica di sinistra con uomini di destra, una politica meridionalista 35 ._::_ "bliotecaginobianco ;
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