originariamente destinato, è il colpo di grazia; fra qualche anno 1'ancor giovane qt1artiere sarà un solo blocco di slums; la cfttà avrà st1l SllO corpo un nt1ovo bubbone provocato dall'egoismo e dall'imprevidenza di t1n grt1ppo di imprenditori e dalla debolezza di un'amministrazione pubblica incapace di distinguere le funzioni dei singoli quartieri, di creare gli strun1enti adatti ad adempierle e di infrenare le distorsioni e le sopraffazioni sezionalistiche. La mancanza di una visione e di una politica urbanistica coerente porta questi frutti laddove v'è almeno un altissimo reddito e 11nvivace senso di respo11sabilità sociale che tendono a lin1itare le carenze del pubblico potere. E infatti la decadenza dei nuovi quartieri - fenomeno rapido e pauroso, in coi11cidenza con la fase pionieristica dell'inurbamento e con l'espansione· industriale - si è andata attenuando nei tempi più recenti, contraddistinti da t1na più alta moralità nelle ammiiustrazioni locali e dall'estendersi nelle classi impre11-ditoriali di quella mentalità più rigorosa e responsabile, che è stata definita, fra l'altro, col 11omevago di neocapitalismo. La profezia ammonitrice di F. Ll. Wright: « Noi costruiamo gli slums di domani », più che in America, sembra dunqt1e avverarsi fra noi. Le caratteristiche di t1n'espansione che ha già in sè i germi della disgregazione, oltre che a Roma, sono visibili soprattutto in quei ce11tri del Sud e del Centro, dove l'esiguità degli impianti in.dustriali si accom1 pagna a uno sviluppo pletorico del!' edilizia resider1ziale e alla presenza di ·un più vasto sottoproletariato di recente provenienza agricola. In questi casi, la commistione delle funzioni t1rbane è quasi inevitabile e la aggressività dei pocl1i grossi imprenditori si accompag11a al peso inerte e deformante dei grossi ed antichi interessi immobiliari (per lo più ecclesiastici ed aristocratici) e alla debolezza organica dell'amministrazione pubblica, condizionata da questi e da quelli e, semn1ai, preoccupata di compiacere al sottoproletariato che ha nelle due estreme la sua naturale rappresentanza politica. 111 questo ribollire di forze disgregatrici il senso della città, già ideologicamente debole, va anche formaln1ente attenuandosi. Poichè la speculazione, ch·e non va scontentata, è ins-ediata unitariamente su tutto l'anello suburbano, la città si espande a macchia d'olio e sul centro vengono a gravare i raggi convergenti delle vie di comunicazione, che uniscono i nuovi quartieri: il centro, sovraccaricato così dal traffi:co, mi- . naccia di « scoppiare » : è quanto si attendeva per dar nuovamente mano agli sventramenti, che, appunto con la scusa del traffico, faranno 25 ibljotecaginobianco
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