Nord e Sud - anno VIII - n. 24 - dicembre 1961

campagne ... La città 110n crea ma consuma. Com> è l'emporio dove affÌ.uiscono i beni strappati agli agri, così vi accorrono Ie anime più fresche delle provincie e ridee dei grandi solitari. La città è come un rogo che illumina perchè strt1gge ciò che fu creato lontano da lei, e talvolta contro di lei. Tutte le città so110 sterili. Vi nasco110, i11 proporzione, pocl1i figlioli e quasi mai un genio. Tutti vi affiuiscono, per vincere, ma le grandi opere e i grandi pensieri vengono dal di fuori come a•d una gara e ad u11a fiera ... Dio stesso ha voluto confermare l'atroce missione delle metropoli. Cristo nacque in un. villaggio, disse le sue 'parole più divine sui monti e scese alla città soltanto per essere ucciso ». La truculenta retorica del linguaggio papiniano sarebbe oggi inaccettabile; e i11 verità, cadt1to il fascismo, è ormai difficile ascoltare tirate del genere. Ma, al di là delle parole, che si son fatte più misurate e pudicl1e, la « filosofia della campagna » continua a condizionare largamente l'orientamento politico della nostra classe dirigente. La campagna resta nell'interpretazione comune, la grande trincea di difesa della conservazione e della stasi sociale, e come tale è politica1nente trattata. Per converso, il proletariato urbano è riguardato ancora come il più temibile nerbo del socialismo rivolt1zionario. Si tratta di uno schema che dovrebbe rivelare sempre meglio la s·ua ap·prossirnatività col profilarsi di una nuov~ str11tturazione socio-econon1ica del paese. Nel proletariato cittadino, legato all'espansione industriale, si rafforzano i segni dell' cc imborghesimento » e si attenua la spinta « rivoluzionaria », mentre nelle campagne l' opposizio11e all' « ordine costituito » non si attenua ed anzi conquista nuovi ceti. Nelle campag11e dell'Emilia, della Tosca11a, dell'Umbria i mezzadri continuano a votare " rosso », mentre la piccola proprietà coltivatrice - irregimentata negli schemi corporativi della federazione e dei consorzi - comincia a diffidare dei piccoli benefici saltuari, per reclamare u11a diversa politica << verde » di moden1izzazione e di progresso. E i problemi del bracciantato 111eridionale, affamato non più di terra che di ingaggi giornalieri, se sono rinviati di anno in anno per i te1npi d'arresto subiti dalla politica di rif orina, resta110 all'ordine del giorno per una scadenza non molto lo11ta11a.E tt1ttavia, malgrado questi segni di un relativo processo di conversione da parte delle masse rurali, è u.n fatto che l'Italia postfascista si è mantenuta fedele all'esigenza di darsi una a politica agraria » capace di legare in solido vi11colo le classi (quelle rustiche, appunto) ancestralmente più favorevoli ad un'impostazione conservatrice di gover110: la proposta del « piano verde » non è che l'ultima conferma 21 Bibliotecaginobianco

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