. . partecipanti al -dibattito, è in verità unanimemente riconosciuta l'inalienabile importanza del fen-omeno urbano nella formazione e nella sopravvivenza non solo delle culture cosidette cc occidentali », ma di ogni corrente religiosa di ispirazione spiritualistica. Ma la cautela verso l' cc ambivalenza etica » della grande città è ancora sensibile. Per dirla con il teologo Langmead Cassarley: cc il meglio e il peggio accadono nelle città; la metropoli è il centro della cultura, come la sede delle masse i11colte e sbar1date cl1e sono uria costante minaccia alla ì1ostra cultura; è fonte -di legge e di ordine e quartier generale del crimine; è centro religioso ed ecclesiastico e sede d'indifferenza e di empietà ». È un fatto che la tradizione cristiana non si è mai liberata da un forte sospetto verso la città, giudicata come focolaio di eresia e di rivolta: il laicismo dej comuni medievali, il « paganesimo » (per quanto a1npia1nente miticizzato) delle Signorie rinascimentali, l'esplosione della grande Rivoluzione - che fu tutt'uno con l'esplosione della forza proletaria di Parigi - e infine, in 1nisura grandiosa, la scristianizzazione delle plebi urbane onde il contemporaneo trionfo marxista non potevano, del resto, che confermare questa impostazione. Oggi, come al tempo dei Padri àella Chiesa, la città dell'uomo è, per l'ortodossia, lontana dalla città di Dio: se ieri vi si annidavano il peccato e l'agnosticismo, oggi, dominando il materialismo marxista, vi si fortifìca, preparandosi all'attacco finale, il nerbo organizzato dell'eversione. In questo senso d'altronde la dottrina cristiana si identifica, da oltre due secoli, con le più diverse forme del pensiero conservatore in genere, i preoccupato, in sede di teoria socio-economica, di sopravvalutare o rivalutare la campagna - la vita rurale arcadica e statica - i11contrapposizione alla città, agitata dall'insofferenza politica e dall'intraprendenza economica. Tradizione protestantica e tradizione cattolica si equivalgono in questo orientamento, maturato in ambienti di formazione n1rale. Se il democratico J efferson definiva le città: cc ca11cri nel corpo della società », molti accenti della polemica antimetropolita11a degli architetti-scrittori-profeti americani, ,da Louis Sullivan a Wright, sono riconducibili alla stessa radice, perquanto il forte impegno creativo di tipo pionieristico possa farcelo dimenticare e il più recente superamento rifor1nistico-illuministico di Lewis Mumford 11eabbia riscattata l'origine nel disegno di una nuova dimensione sociale. Nell'assenza di questa ·apertura e di questa nuova promessa (il cc regionalismo » di Mumford, ed ora di Giedion e di tanti altri urbanisti e 19 "bliotecaginobianco
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