Nord e Sud - anno VIII - n. 24 - dicembre 1961

• situazio11e·dopo il congresso di Mosca e ha giudicat9 che la situazione all'interno del partito e gli interrogativi che si pongono i militanti siano tali da non conse11tire di aprire al tempo stesso un dibattito e limitarne l'ampiezza impedendo che investa alcuni temi fondamentali: il pericolo,. secondo la « giovane guardia »; starebbe nella minaccia, in questo caso, di non poter controllare più gli avvenimenti e di favorire il sorgere di un conflitto tra la base e i quadri medi e gli organismi di vertice. Si trattava di scegliere tra il rischio di una crisi per « esplosione interna » e la possibilità di garantire l'unità e la forza del partito consentendo ai militanti di approfondire, con un massimo di libertà, a11che le questioni più scottanti. Su queste basi l'avvio di t1na democrazia interna non dovrebbe, secondo i calcoli della cc giovane guardia » cui alla· fine ha aderito, mettendosi in un.a posizione di riserva, lo stesso Togliatti, riuscire pericoloso. Qt1esti i fatti e le ragioni dei fatti. Essi non consentono, almeno per il momento, di scorgere segni sict1ri di crisi nel P.C.I. Le spinte di fondo trovano, al vertice, divergenze di interpretazione e 11ederivano, propensioni tatticl1e diverse. Ma c'è osmosi tra i gruppi di vertice e, tutto sommato, non si individua una corrente dai contorni precisi. Rimangono, al vertice, i nostalgici dello stalinismo (i D'Onofrio, gli Scoccimarro e, per certi aspetti, i Longo) che si sono posti f11oridel gioco opponendosi al principio stesso di un dibattito non fittizio e di un inizio di democrazia interna. C'è stato, a quanto pare, un momento in cui Togliatti s'è trovato solo: alla fine, però, egli ha pott1to far va'lere il merito d'aver egli stesso indicato, con varia fo1tuna e con diversi accenti, negli anni scorsi, le vie che ora la « giovane guardia » vorrebbe seguire e il partito attende di imboccare, le vie, cioè, del policentrismo, dell'autonomia di giudizio e di azione, di una revisione critica della storia del regime sovietico fin dai primi tempi dell'avvento di Stalin e del rigetto delle tesi cinesi e del rifiuto della strategia massimalista, ispirata dal dogma della pauperizzazione progressiva della classe operaia in regime capitalista, che governa l'azione del l)aitito comunista francese. E i suoi oppositori iniziali, ottenuto jl dibattito ampio che desideravano e assicurate le premesse per un'evoluzione den1ocratica della vita interna di partito, hanno trovato co11venjente rendere a Togliatti i meriti che gli spettano e fare qua·drato intorno a lui. Il PCI farà la propria auotcritica, ma il presupposto è che l'intero partito è responsabile degli errori compiuti e, alla base, non è possibile isolare un dirigente o un gruppo di dirigenti per sacrificarlo al « nuovo corso ». Non è che un espediente: ma, in sostanza, 14 Bjbliotecaginobianco

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