i - lin in rapporto al siste1na sovietico e alla non inevitabilità della guerra . . \ la linea del PCI riceve oggi una pi11netta accentuazione, viene resa p1t1 esplicita, se si vuole viene enunciata in ma11iera IJrogrammatica e sottratta (salvo sorprese) a eventuali revisioni future: 111a, 11ella sostanza, su t11tti i 1Jroble1ni trattati in questi giorni., il partito aveva già fatto, giorno per giorno, la propria scelta e aveva anticipato., i11 (Jualcl1e caso., le conclusioni cui si è giunti a I\1osca. Per quanto le forn1ule esplicite usate oggi riescano clamorose, è u11 errore profondo far consistere il <e nuovo corso » comunista ne]l' affermazione del policentrismo, o nell'atteggiamento favorevole alla J t1goslavi a o nel rifiuto del1a legge (dicl1iarata decaduta, nel '57, da1lo stesso Kruscev) dello stato e del partito guida. In teoria, il dibattito dovrebbe 1Jo1iare il partito a conclusioni definitive sui temi suggeriti accettando l'impostazione del Comitato ce11trale o respingendola: solo in quest'ultimo caso ci trovere1111no cl i fronte ad una crisi nel partito. I11realtà i temi proposti e l'i1npostazione del Comitato centrale e lo spirito stesso dei docun1enti che servono di base alla discussione sono in partenza larga1nente 1Jopolari nel l)nrtito, vengono dalla base IJiÙ che essere in11Josti alla base. I !)rimi dibattiti nelle federazio11i locali lo 1)rovano an11Jiame11te,tutta la storia di ci uesti ultimi anni delle vicende interne del PCI lo conferma. I dirigenti di vertice, cioè, non proceclono allo scoperto, si muovono su un terreno sicuro: aderendo e rassegnandosi, al tempo stesso, alla necessità di un dibattito condotto in 1naniera da stabilire il IJrincipio di una forma di den1ocrazia interna, essi han110 preceduto~ nel rnoclo cl i vedere i problemi do1Jo il XXII congresso di Mosca, i 1nilitanti. Non si p11ònegare cl1e la discussione può essere molto a1n1)iae che, così come è impostata, può investire problemi di fondo n1olto grossi dando alle prospettive di azione del partito, specialmente circa l'autonomia da Mosca e il giudizio sul sisterna sovietico, sbocchi allarmanti per l'universo comunista. È t111riscl1io, questo, che i gruppi dirigenti l1anno creduto di ·poter correre: ed è appunto sulla opportunità di affrontare, in tutta la sua gravità, il rischio, che si sono verificati i contrasti al vertice, non sulle conclusioni da trarre e, magari, sul da farsi dopo il congresso di Mosca. Togliatti sarebbe stato pitì cauto e avrebbe voluto offrire al dibattito alla periferia temi impostati con maggior reticenza e in ogni caso garantiti, per la· base, ·dal limite della totale adesione alle tesi di Kruscev. La cc giovane guardia » amendoliana, invece, ha rifiutato l'espediente di lasciare al vertice una parte, la più grave, dell' esan1e della: 13 Bibliotecaginobianco
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