maggioranza (tale sistema fu applicato in Italia nelle elezioni politiche de] 1953). Giudizio egualmente negativo il Birke esprim,e nei confronti del sistema adottato in Germania (scrutinio proporzionale e scrutinio uninominale; con particolari forme di attribuzione di seggi aggiuntivi in proporzione della forza raggiunta da ciascun partito) e in Irlanda (rappresentanza proporzionale con voto singolo trasferibile). L'applicazine di tali sistemi non può valere per tutti i paesi, perché gli effetti positivi, che si ottengono nei paesi in cui sono applicati, verrebbero meno, se estesi alle elezioni europee. Così a proposito del sistema elettorale tedesco il Birke affer1na: « Ciononostante l'applicazione del sistema tedesco alle elezioni europee non raggiungerebbe l'effetto desiderato » (p. 107). Rimane, dunque, il sistema proporzionale delle liste concorrenti. Un motivo, non trascurabile, di preferenza nei confronti di tale sisten~a risiede nel fatto che esso è applicato in molti paesi europei, sia pure con qualche variante nella discipìina positiva di ciascuno stato. Non che ques_to sistema presenti solo vantaggi, ma molto dipende anche dal -suo modo di attuazione pratica. Se il collegio elettorale è molto esteso, ci si avvicinerà maggiormente alla corrispondenza tra voti e seggi e si evitano pratiche del tipo gerrymander, ma, d'altra parte, il legame fra deputato ed elettore si affievolisce. È chiaro che bisogna unire al sistema proporzionale con scrutinio di lista la possibilità di scelta tra candidati. In tal modo pur votando una lista di partito, e con essa un programma ideologico, l'elettore ha la · facoltà di influire nel suo ambito _sulla scelta delle persone che gli ispirano maggiore fiducia. Nello stesso tempo la incidenza del partito nella lotta politica 124 J3iblioteçaginobianco moderna si man_ifesta, ad esempio, nella imposizione di certi candidati particolarmente qualificati, che proprio per questo sono meno popolari e con altro sistema non sarebbero eletti. << Per tutte queste ragioni - conclude il Birke - il sistema elettorale ideale per le elezioni europee è il sistema d'·Hondt di liste concorrenti con rappresentanza proporzionale applicato in vasti collegi nazionali, con una clausola del 5 %, il quale permetta all'elettore di ca1nbiare l'ordine della lista cancellando i nomi scrivendo i numeri in corrispondenza dei nomi dei candidati » (p. 115). Il Birke tira le fila di tutto il suo discorso con la stesura di un progetto di legge elettorale europeo. Sicché giunti alle conclusioni, è legittimo sciogliere alcune riserve fatte in precedenza. La indagine, invero scrupolosa, presuppone una larga conoscenza della materia, nella quale l'A. dimostra estrema disinvoltura. I Di fronte alla superficialità di tanta letteratura europeistica, l'opera del Birke assolve il lodevole intento di svolgere un approfondito esame in un settore determinato, offrendo soluzioni interessanti. L' A. si preoccupa di predisporre gli strumenti giuridici necessari per poter .affrontare un argomento così impegnativo. Vi sono qua e là spunti di notevole interesse, che dimostrano acume psicologico, come nel primo capitolo dell'ultima parte, dedicato agli scopi delle elezioni europee. Così pure dimostra un profondo senso della realtà storica quando, in polemica con il Mackey (Memorandum to the Repre- · sentation of the people european Assembly, Bill 1959, p. 5), sostiene la necessità di conservare i partiti tradizionali nella assemblea europea e, in conseguenza di ciò2 ritiene poco opportuno escluderne i comunisti, che . « con la loro 1"'f-
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