I tale senso egli afferma: « Tutto ciò [se.: tali manovre] potrebbe causare la sfiducia nei confronti dell'assemblea europea e, a lungo andare, nei confronti del problema dell'unità europea nel suo insieme » (p. 84). Altro scopo di un sistema elettorale è quello di dar luogo ad un parlamento competente, cioè dotato di poteri reali e. che nel contempo sappia esercitarli. Per un'assemblea europea ciò assume carattere di primaria importanza e si ricollega con la finalità ultima: favorire, cioè, l'integrazione europea. Alla luce dei principi esposti, scaturisce infine la soluzione in merito al sistema da adottare per le elezioni dirette di un parlamento europeo. Il campo di scelta si può limitare al sistema maggioritario, al sistema proporzionale, ad alcuni sistemi -misti, escludendo altre possibili combinazioni, riconducibili tutte sostanzialmente ai sistemi proposti. Il sistema maggioritario presenta alcuni vantaggi di carattere pratico, come l'esclusione dei piccoli partiti dalla rappresentanza in parlamento, il che riesce utile nella formazione di un governo, laddove i piccoli partiti possono esercitare un'influenza negativa sulla formazione della maggioranza. D'altra parte un sistema maggioritario, specie del tipo di quello applicato in Turchia, può condurre al potere un'opposizione che manchi assolutamente di ogni esperienza di governo, essendo stata esclusa precedentemente dal lavoro parlamentare. Il motivo principale, per cui deve essere respinto il sistema maggioritario, è, secondo l' A., che « Un par lamento europeo eletto con un sistema maggioritario non soddisferebbe, perciò, il primo scopo di un suffragio su scala europea: una larga rappresentanza di tutti gli strati sociali » (p. 102103). Dunque, i vantaggi non sono sufficienti a compensare gli enormi svan123 Bibliotecaginobianco taggi, che l'adozione di un tale sistema porterebbe, non ultimo: il pericolo della mancanza di esperti, che 1nolto spesso sono i candidati meno popolari. A questo proposito bisogna rilevare che il Birke attribuisce uno straordinario peso alla presenza d{ numerosi esperti e tecnici in un'assemblea, vi insiste in varie parti della sua monografia. Se una simile esigenza appare a prima vista giustificata, di fronte alla estrema imperizia di molti parlamentari - è talvolta di uomini di governo - è anche, però, pericoloso intenderla in un senso troppo ristretto; sarà necessario, quindi, chiarire questo punto per non incorrere in equivoci. Forse non sarà inutile distinguere tra la perizia in campo puramente tecnico e l'esperienza politica. In un parlamento i tecnici sono necessari non meno dei politici, ma vale anche il reciproco. Tanto più ciò assume valore, se ci portiamo su scala europea. La CECA ed il MEC non si sarebbero retti, né avrebbero avuto il successo di cui ora godono, senza la partecipazione di tecnici e di esperti, ma è anche vero che, senza l'opera di alcuni politici, forse non esisterebbero affatto. « L' aspetto politico --- osserva il Deniau (Le marché commun, Paris 1961, p. 124) - esisteva in principi.o : se non vi fosse stata la volontà politica iniziale, non si sarebbe avuto il Mercato comune ». (Sui rapporti tra politica e tecnocrazia cfr. W. J. Schuijt, in cc Quaderni Europei a cura del gruppo d.c. dell' APE, 5 luglio 1960 p. 48 ss.). Tra i sistemi misti il Birke respinge senz'altro il « bonus system », cioè quello che crea una maggioranza artificiosa per i partiti maggiori o, per usare i termini dell' A., una eccessiva cc overrepresentation of bigger parties », attraverso l'attribuzione di seggi cc premio » I ai partiti che raggiungono una certa
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