Nord e Sud - anno VIII - n. 24 - dicembre 1961

da tener presente che, proprio per poter mantenere certe premesse, è indispensabile ridimensionarle. Ciò vale anche - e forse in primo luogo - per l' elezione diretta dell' APE, che rappresenta uno degli elementi più importanti della costruzione politica della Piccola Europa, sebbene su questo punto le opinioni siano discordi. Nella comunità dei « Sei », in quattro paesi (Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo) è applicato il sistema proporzionale, pur con qualche differenza nel divisore e nel quoziente; in Francia vige un sistema misto (scrutinio proporzionale e scrutinio uninominale). Mette conto osservare che in Francia v'è stata sempre una propensione per il sistema proporzionale (su ciò cf r. Boris MirkineGuetzévitch, Les constitutions européennes, Presses Universitaires de France, 1951; trad. it. ed. Comunità, Milano 1954) e che soltanto nel '58 è stato instaurato un sistema maggioritario. Nella Piccola .Europa vi è quindi una netta tendenza verso il sistema proporzionale. L' ingresso dell'Inghilterra nel MEC solleva tra gli altri, il problema di come conciliare la tradizione, consolidatasi oltre Manica,. del sistema maggioritario con la spiccata preferenza continentale per il sistema proporzionale. Bisogna subito sottolineare che la convenzione approvata nel maggio del '60 dall' APE è stata frutto di un compromesso, per cui si prevede un periodo transitorio nel quale ciascuno stato conserverà il sistema elettorale in esso vigente. Il secondo comma dell'articolo 9 dichiara infatti: u Fino all'entrata in vigore di tali norme [se.: le norme sulla procedura elettorale stabilite dal1' APE eletta a suffragio diretto], il regime elettorale rimane di competenza di ciascuno stato membro, tenuto conto delle disposizioni della presente convenzione. n Sicchè, pur non rivestendo 121 "bliotec 9ginobianco carattere di urgenza, è utile tuttavia preparare l'attuazione - nella miglior forma possibile - di un sistema elettorale uniforme. Una simile necessità è fortemente sentita dal Birke, il quale affern1a esplicitamente: cc Il dubbio se, oggi, sia raccomandabile eleggere le Assemblee Europee a suffragio diretto non deve trattenerci dal preparare una eventuale elezione nella maniera più accurata possibile per ridurre il rischio insito in una simile elezione ai danni dell'unificazione europea » (p. 26). E più in là: cc un sistema elettorale uniforme costituisce una pregiudiziale perché le elezioni europee abbiano successo. Pertanto è necessario preparare una legge elettorale uniforme per le elezioni europee, in particolare un sistema elettorale uniforme, ed è indispensabile farlo ora, anche se le elezioni europee non appaiono ancora realizzabili )> (p. 27). L' A., infatti, dopo aver posto le basi del suo discorso con una rassegna dei sistemi dei paesi facenti parte del Consiglio d'Europa, cerca di estrarne dei principi comuni, soffermandosi, com'è naturale, sulla distribuzione dei seggi tra i partiti secondo i diversi sistemi. Egli affronta altresì, il problema della scelta tra le persone, oltre quelli relativi alle modalità di presentazione dei candidati , ai privilegi dei partiti, all' eliminazione dei partiti di minhna importanza (o, per dirla con l' A., dei cc splinter parti es »), alla distribuzione dei seggi. Per quanto riguarda i partiti, l' A., rileva come vi siano notevoli differenze nelle singole legislazioni nazionali. Così, ad es., soltanto in Italia, Olanda, Austria, Danimarca e Germania sono segnati sulle schede i simboli o i nomj dei partiti; e in Italia ed in Austria solo i partiti possono prendere parte alle elezioni (s'intende che l' A. conside-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==