almeno di fatto, indiretta. Il Birke afferma che « un sistema di lista soddisfa ai requisiti di una elezione diretta se l'ordine dei candidati da eleggere è fissata nel momento in cui l'elezione è terminata » (p. 18) e questo è il significato che comunemente si accoglie, allorchè si par la di elezioni europee dirette. Stabilito questo presupposto, l'autore passa ad esaminare gli argomenti in favore delle elezioni dirette al livello europeo, t~nendo conto che i maggiori consensi provengono, in massima parte, dagli ambienti dei cc Se! », dove cc le elezioni dirette vengono considerate come il primo passo verso una 'legitimité ' europea, legando i popoli alle istituzioni europee, trasformando l'Europa da costruzione giuridica in realtà sociale, accelerando lo sviluppo della unificazione europea e rendendolo irreversibile » (p. 22). Ma le opinioni contrarie sono egualmente fondate; di solito la principale obiezione si riferisce al· fatto che i po- ~eri delle Assemblee europee esistenti sono molto limitati e che, quindi, una maggiore autorità ottenuta in seguito . all'applicazione del suffragio diretto non sarebbe proporzionata ai detti poteri. Del resto notevoli resistenze si riscontrano anche nel campo più limitato cìei cc Sei », chè il partito socialdemocratico tedesco non è stato favorevole alle elezioni dirette dell' APE (Assemblea Parlamentare Europea). cc L' ostilità nei confronti dell'europeizzazione della Saar nel 1954 - osserva il Birke (p. 26) - si ripeterebbe se l'elettore fosse posto di fronte ad un'alternativa tra gli stati uniti d'Europa e la riunifìcazione tedesca. » Quest'ultima affermazione ha un valore non trascura.bile e ci riporta ad un tema d'attualità perchè simili argomentazioni vengono fatte anche oggi quando si parla di una soluzione negoziata del problema tedesco tanto complessa ·e grave; vogliamo soltanto rilevare che, ragionando in tal modo, difficilmente si spiegherebbero due avvenimenti come il trattato della CECA e i trattat~ di Roma, che pur rappresentano un diversivo nei confron- ~ ti della riunificazione tedesca. È necessario chiarire, sin d'ora, che le difficoltà prospettate dal Birke, dipendono . dal fatto che egli si riferisce in particolar modo alle elezioni in una grande comunità europea: il Consiglio d'Europa. Da ciò risulta evidente, almeno per ora, l'impossibilità di una buona riuscita di elezioni dirette in un'area così vasta; ma anche l'opportunità di simili elezioni appare assai. dubbia se si pensa alle differenze esistenti tra i paesi del Consiglio d'Europa. Cionostante, con la nuova dimensione assunta dai problemi · europei, almeno potenzialmente, dopo la dichiarazione di Macmillan del 31 luglio, il lavoro del Birke acquista notevole rilievo. L'eventuale ingresso del Regno Unito nella comunità dei cc Sei » pone problemi economici spinosi, ma anche e sopratutto istituzionali e politici. È vero che i cc Sei » non vorranno - nè dovranno - cedere su alcuni punti fondamentali, ma per raggiungere un cc modus vivendi » sarà necessario rivedere molto di quanto si è già fatto. cc L'adesione inglese - scrive a questo proposito Altiero Spinelli ( <e Il Mulino », 103, maggio 1961, p. 292) - porterà certamente vantaggi economici al complesso europeo occidentale, ma, mettendo fine alla formula dell'Europa a sei, chiuderà il capitolo, che si può chiamare ' schumaniano' dell'unificazione europea». Anche se non si può condividere del tutto -1' affermazione dello Spinelli, perchè ciò che si deve conservare è il profondo significato della iniziale spinta cc schumaniana », e anche talune istituzione, dell'Europa a sei, è 120 ..B.ibliotecaginobianco I \
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