5 - Conclusioni.. Il nuovo assetto clell'industria cinematografica, ]a sua so1idità econo1nica, le sue dimensioni, l'accresciuto mercato dei fil1n italiani, rappresentano una prima garanzia per le possibilità dj svilt1ppo della ricerca sociale. La diffusione tra i produttori (pur co11 i limiti cl1e abbiamo indicato) del professionismo, come t1na nuova coscienza -del loro ruolo e -dei loro com·piti, è u11 altro dato -da mettere all'attivo. Due delle più forti ipoteche che gravavano sulla i11dustria, quella del capitale e quella del noleggio, si vanno face11do oggi meno pesanti, grazie, come abbiamo visto, alle accresciute pnssibilità di autonomia economica del settore ed alla integrazione, diretta ù ir1diretta (attraverso associazioni preventive) allo stadio della distribuzione. Conseguentemente, anche la pressione politica finisce per -diminuire, e diremmo anche la influenza negativa ·della censura; in quanto una forte industria può meglio reagire alle discriminazioni politiche ed è in grado di ribellarsi ai tentativi di ricatto di parte governativa. Il cinematografo in Italia? se non può dirsi ancora una grande industria, non è certamente più un grosso artigianato. Si vanno, gradualmente, sostituendo nuove strutture e nuove formule alle logore empitiche ricette in base alle quali veniva costruito e commerciato un film. Anche fra i più tradizionalisti degli operatori nel settore cinematografico si va mettendo in luce la convinzione che anche il mercato cinematografico, come ogni altro mercato, obbedisce ad alcune leggi e che, entro certi limiti, è possibile prevedere in anticipo la risposta ,degli spettatori. Dall'ampliamento del mercato e dalle nuove esigenze della in.dustria discende la necessità sempre più forte di p·oter avere dei dati sicuri all'atto dell'impostazione di un programma di produzione. Nè i dati sugli incassi, nè i rapporti della cc profondità » bastano a garantire una produzione ,destinata ai mercati internazionali e basata sulla politica degli alti costi. Oggi inoltre, non ci si accontenta .di registrare al passivo l'insuccesso commerciale di un film, ma si tende a conoscerne, semp-re meno empiricamente, le ragioni. I p·olicy-makers del cinema italiano si mostrano, l'abbiamo visto, largamente confidenti netle possibilità della ricerca sociale. Ci sembra quindi di poter concludere positivamente per quanto riguarda le prospettive della ricerca sul pubblico cinematografico in Italia. Certo, non sono pochi gli ostacoli da rimuovere, anche a prescindere 117 Bibliotecaginobianco·
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