i tentativi si erano succeduti ai te11tativi; il IX congresso del febbraio del '60, a Roma, sembrò dominato dal presentimento, cl1e il nucleo della « giovane guardia » (Amendola, Alicata, Natoli, e, nei limiti della fedeltà a Togliatti, Pajetta e Ingrao) più degli altri se11tiva, della imn1inenza di una gra11de cl1iarificazione sulla pratica della democrazia interna. In questo senso il cc fatto nuovo >) che ci colpisce, quello, cioè, delle cliscussioni in corso e rese pubbliche, çostituisce più una n1anifestazione di forza cl1e u11aprova di debolezza. Non è certan1ente per questo solo che il PCI riscl1ia la crisi. Ma il « fatto nuovo » del dibattito ha ancl1e « origini. negative )>, percl1è indipendentemente da certe fedeltà ideologiche, esso si risolve in uno cc stato di necessità » -determinato da fattori che il partito deve subire. I principali di questi fattori sono tre: il fenomeno della vertiginosa emigrazione interna, la realtà sindacale, la grande mobilità nelle leve del partito. 1) L'emigrazione interna ha pratica1nente travolto le strutture rigide · del partito in Italia n1eridionale, le l1a messe in crisi nell'Italia centrale, le minaccia nel Nord. Il numero delle cellt1le si ridt1ce costantemente 11elSud non soltanto, per mancanza, in alcuni casi, di terreno s·u cui operare ma ancl1e per l'instabilità stessa delle situazioni che non possono più essere sintetizzate in formule e consentire una coerente e costante azione di lotta politica sul piano locale. Qualcosa di simile a·ccade nelritalia centrale con l'aggravante cl1e i rist1ltati elettorali, diversamente da ciò cl1e accade nel Sud, segnano un progredire continuo del paTtito e stanno così ad indicare che esiste il terreno per una efficace azione di proselitis1no n1a che il partito 11011è in condizione di profittarne co11venientemente. Nel Sud, come nel Nord, le insufficienze del PCI sono dovute alla rigidità della struttura orga11izzativa del partito, che non può adeguare con la rapidità necessaria razione po-litica al veloce modificarsi delle situazioni : così, la mancanza· di una forma di den1ocrazia interna minaccia di mettere in contrasto, costantemente, la struttt1ra del partito con le ragio11i locali e magari occasionali che portano gruppi di cittadini verso l'adesione alla protesta comunista. La spi11ta protestaria giunge al' voto favorevole ma non si concretizza in un impeg110 nel1' azione di pa1tito : il dibattito interno, una forma di democrazia i11terna, si rendono obbligatori p-er superare fin dove è possibile il divario ed evitare che, come accade oggi, all'espansione elettorale si contrapponga il ridursi della capacità di « presa » rivoluzionaria. 2) La realtà sindacale è infinitamente con1plessa. Far11e la storia è 9 . Bibliotecaginobianco
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