......................................................................................... , . . , -·····--··---···•····•-.J--••··•·-····-··-·-·•-.·••"•'~• ..\•"~· ..······,..,,.,.. .. .~ . ,,.,. r..... ,.. ,,,.... .,._.,,.,,.,,.,. _. ........ ~"W''"" .,... , .. Una considerazione pregiudiziale, stilla quale avremo ·occasione di tornare nel corso -della esposizione, ·è che il film, pur essendo un pro- -dotto industriale, è pur sempre un prodotto artistico. E, in quanto tale, esso è_ un prodotto unico, differenziato da tutti gli altri film, ai quali (tranne più strette parentele di livello cultur,ale, g~nere, costi, ecc.) spesso non lo apparenta altro che il dato grossolano di essere un film. Quali che siano, ·però, le sue caratteristicl1e ed in pratica la sua individuabilità, il film è un prodotto destinato ad un consumo di massa, che è in.determinabile sia nel tempo (ogni film può essere proiettato u11 infinito numero di volte, e può avere un numero illimitato di ritorni sul mercato, in un arco -di vari lustri) sia nello spazio (al momento attuale, parlare di mercato ,di t1n film signifioa parlare i11 pratica dell'intero mer- . cato cinematografico, che ogni film può teoricamente raggiungere, dato l'enorme sviluppo assunto ,dalle esportazioni, e con l' at1silio della sempre più diffusa tecnica del doppiaggio). Il film deve soddisfare simultaneamente una domanda assai estesa e che, per la sua potenza e le sue dimensioni, presenta i caratteri di un vero e proprio bisogno 2 • Poichè il mercato cinematografico ha, d:,altra parte, come vedremo, 'I caratteristiche a sua volta peculiari, il film, oltre ai rischi relativi agli altissimi costi di produzione, viene a,d avere anche grandi rischi di const1rno, strettamente inerenti al mercato 3 • 2 << Le cinéma n' est plus une distraction, mais un besoin qui est entré dans la vie de chacun » scrive HE~"'RIMERCILLONin Cinéma et monopoles (Paris 1953, librairie Armand Colin), uno studio dedicato agli Stati Uniti, ma le cui con siderazioni generali sono valide per l'intero universo cinematografico. Gli studiosi americani parlano a questo proposito di un movie habit dello spettatore. Con1e scrive PETER BXcI-ILIN in Il cinema come industria (Milano 1958, Feltrinelli) cc La Grande n1aggioranza degli spettatori non va al cinema per una libera scelta, ma pe r l' effetto di una abitudine creata artificialmente. La frequentazione delle sale è diventata, per buona parte del pubblico uno degli elementi immutabili dei propri divertimenti. Non è la _qualità dei film che provoca questa assiduità, ma una abitudine ». 3 cc ••• una parte dei rischi proviene quindi dal contenuto intellettuale dei fihn; 1na altri non hanno nulla a che vedere col film stesso. Il consumo può essere modificato, nelle diverse nazioni, da misure di politica generale o commerciale . (restrizioni o divieti di importazione), da misure di censura (proibizion~ parz iale o completa) da misure fiscali ~eterminanti un aumento nel prezzo d'ingresso ; che può provocare una diminuzione del numero degli spettatori; infine da cau se diverse (influenza del ~empo, delle stagioni, della polit1ca, della disoccupazione, della 98 Bibliotecaginobianco • ..
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