Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

-······· ························································••·············· .... ·························•··· .................................................................................................................... ' , ................................................................ ., . . ............... ........ ................................ ......... .................. ......... ................. Questa diagnosi, fatta di recente dal dirigente socialista tarantino Luigi Ladaga (su cc Mondo Operaio », n. 5, del maggio '61) non esclude una· realistica definizione dei mali e dei difetti dei partiti di sinistra. E proprio· nello scritto citato (che ha suscitato, è superfluo precisarlo, un vero vespaio) « Gruppi di potere e classe dirigente » è contenuta una vivace critica alle occa'Sioni perdute durante gli « a11ni facili » dalle sinistre in questo dopoguerra, alle quali non hanno giovato cc le infantili infatuazioni della mitizzazione di t1na classe operaia le cui energie sono state malamente utilizzate in una pratica defatigatoria attorno a piccole e margi11ali rivendicazioni» . Le consegt1enze degli errori delle sinistre ft1rono gravi. « Quando bruscamente è venuto il triste risveglio degli anni cinquanta e le difficoltà all'improvviso s0110esplose con la brutalità delle repressioni discriminatorie a'll'interno delle fabbriche e con l'ostilità aperta degli organi di gover110... allora la mentalità di certi dirigenti era già troppo viziata e la loro elasticità anchilosata, e i metodi di lavoro sclerotizzati perchè si potesse pensare ad t1n rapido adeguamento a·lle nuove condizioni » - ha ricordato il dirige11te socialista, invitando socialisti e comunisti a non circoscrivere, davanti ai casi di cedimenti e diserzioni, il discorso agli aspetti personali, ma a' cogliere in essi cc u11significato più generale di fallimento di t1n metodo e di una mentalità, di sconfitta di un indirizzo sui quali, per anni, si era adagiata la classe dirigente della sinistra ». Per quanto riguarda il comune di Taranto, sarà opportuno riferire che il bilancio di previsione per l'anno 1960 ft1 approvato solo nella notte fra 1'11 e il 12 settembre del '60. In quella occasione il gruppo andreottiano mostrò tutta la sua capacità di manovra (intesa questa nel senso più lato) acquisendo voti perfino da consiglieri socialisti con operazioni che misero a rumore la città. Era naturale perciò che subito dopo il 6 11ovembre, in prese11za di risultati che non modificavano di molto la composizione del Consiglio comunale del capoluogo jonico, per prima cosa si tornasse a parlare dei possibili « recuperi » e degli accordi sottoba·nco fra l'ex sindaco e i gruppi di clestra. La schermaglia è stata vivacissima e molto lunga, tanto che Taranto ha avuto una giunta comunale e quella per la provincia solo cinque mesi dopo le elezioni. E l'ha avuta dopo che, al culmine di una lotta serrata, è stata almeno momentaneamente accantonata· la pretesa del sindaco uscente di tor11are a reggere l'amministrazione comunale. In • poche pa'role, la posta della lotta, ad elezioni avvenute, non era più 94 Bibliotecaginobianco

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