Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

verso il trionfo di Ca1vino, verso il trionfo dell'intolleranza dovunque, a Parigi come i11 Spagna, a Londra come i11Germania? O ancora: le chiese protestanti sono una realtà di cui bisogna tener conto, e n·on si posso110 negare e meno a11cora mettere in pericolo? Oppure avremmo • affro11tato, come Castellione affrontò, miserie m-orali e 1nateriali per tener fede al pri11cipio della tollera11za, per scrivere e pubblicare opere i11 difesa di tale principio? Questo esempi.o 1nostra perfettamente la differenza che v'è tra il problema di uno storico e quello dell'uomo che vive ed agisce 11el suo ten1po. Il problema principale dello storico è di comprendere Calvino per ciò che fu, per ciò che la sua azio11e rappresentò nel grande dra1n111a della Riforma e delle ·origi11i della civiltà moderna. Il che 11011vuol dire affatto, come 1nolti creclono, cl1e si giustifichi ogni cosa del passato. L' acct1sa alla dottrina storicistica della conoscenza, di distruggere la vita morale co11la formula del realerazionale, è falsa perchè, come ricordava IJiÙ di trent'anni fa A,dolfo Omodeo, il pensiero storico domina la realtà passata invece di subirla, defi11isce gli uomini invece di esaltarli: « spesso avviene che colui che passava 1Jer uomo di stato lo digra·diam-o a politicante, che svolse una qua1 lche azion.e che ebbe possibilità d'incrementi olb·e le sue stesse intenzioni; il presunto poeta scivola giù nel gradin.o del letterato. Ma possiamo imbatterci in Gia11battista Vico, e allora l'osct1ro professore di retorica· sale ai fastigi su1Jremi dell'umano pensiero » . · · . Ma per tutti noi in quanto viviamo nel 11ostro tempo e concorriamo ai conflitti ideali e pratici che lo f a11no esistere, il problema è profondamente diverso. Non si tratta soltanto di intendere ciò che ci sta accadendo intorno, 111aancl1e, ed anzi soprattutto, di stabilire ciò che le nostre profonde co11vinzioni) le nostre idee p-oliticl1e e la nostra coscienza morale c'impongono di fare nelle determinate condizioni 111 cui ci trovia1no. Comprendere 1Jer comprendere in questo caso 11-onservirebbe a niente: innanzi tutto perchè si tratterebbe sempre di una comprensione assai paTziale ed imperfetta, sommaria ed approssimativa, dal mome11to che jJ processo storico è ancora i11atto e le forze che agiscono in esso non s0110 tutte con.osciute, e potrebbe ben darsi cl1e <( la storia vada » i11 t1na direzione ben diversa da quella apparente. E p-oi perchè una volta cl1e si siano approssimativamente valt1tate le realtà che ci sono in11anzi, no11 abbiamo ancora fatto nulla, 11011 abbiamo deciso nulla sulla n.ostra scelta. La causa degli dei può non piacere a Catone: e questi, se sente repugnanza per quella causa, non può non decidere di combatterla in ogni modo. Quando n-on si tenesse 20 Bibliotecaginobianco

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