Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

.. .. .. -· labbra l'impresa sovietica a Budapest, assortiyano la loro condanna di tante cautele (la ragion di stato, la. sicurezza dell'Unione Sovietica, la perdita di prestigio della medesima, etc.), n{>n abbiano sentito la necessità di aggiungere le medesime cautele all'assai più tonitruante co11danna da essi medesimi pronunciata nella vicenda di Cuba. Ed è lecito chiedersi percl1è questi fieri ed intransigenti giudici della co11dotta della democrazia americana in quel caso, questi soloni, che me~ano vanto di u11a coscie11za austera ed inflessibile ed impa·rziale, non abbiano sentito il dovere morale elementare di s•ottolineare l'abisso che v'era tra Budapest e Cuba, ed anzi abbi~no volentieri ceduto alla tenta•zione di paragonare le due vicende. E ancora è lecito chi€dersi perchè questi medesimi personaggi sia110 sempre pronti a commuoversi su Lumumba (il quale pure aveva qualche morto sulla coscienza) e dimentichino così naturalmente l'assassinio, di Nagy; perchè non possono neppure sentire dire che Fidel Castro è un volgare tirannello sudamericano, no11 molto diverso da q11el Batista eh' egli_ ha sostituito nel fare pronunciare condanne a morte dai suoi tribunali per delitti di opinione; perchè essi, cl1e s0110 sempre pronti a lanciare l'anatema sui Ciang-Kai-Shek e su consimili uomini politici, che a loro giudizìo sarebbero stati o sarebbero soltanto dei ·et servi » degli americani, evitano accuratamente di pronunciare analoghi giudizi sui vari « Quisling» che Mosca ha messo sul trono nell'Europa Orientale. È evidente · che v'è in essi u11a singolare tendenza a guardare da una parte sola, l1na tendenza che abbiamo potuto constatare valida sempre ed in ogni caso e soprattutto nei momenti di crisi e di tensione. Ed è evidente ,che questo n.011può essere un fatto casl1ale, ma dipe11de da una· stortura intellettuale, da t1n verme che rode la loro coerenza mentale e li costringe a fa tue contraddizioni ed a volte anche ad assumere posizioni ed a pronunciare giudizi, cl1e non paiono affatto cornpatibili con l'integra ed imparziale coscienza di cui menano tanto vanto. Dovendo dare un no1ne a questa stortura intellettuale darei quello di «. pregiudizio favorevole )) ,verso i comunisti. In effetti, la posizione di questi intellettuali e letterati ricorda· assai davvicino quella cl1e aveva assunta, una quindicina di anni fa, un filosofo francese di scuola esistenzialista, Merleau-Ponty, in t1na serie di saggi pubblicati poi in volume col titolo di Humanisme et Terreur. Merleau-Ponty concludeva allora ad una' posfzione di attesa filo-comunista, ad una posizione che dava, cioè, al comunismo ed alla sua incar11azione secol~re appunto il beneficio di ciò che ho chiamato il « pregi~dizio favore15 ibliotecaginobianco

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