Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

f intellettuali, il quale dt1e o tre anni or sono prote~tava con tutte, le sue forze (uomo del resto di molteplici letture e fine critico d'arte), tuonare. contro i giornali italiani, colpevoli di non avere pubblicato 11otizia dei lavori di non so quale commissione francese di esperti, la . quale aveva co11cluso che non v'era alcun pericolo per gli a·umenti del tasso di radioattività nell'aria. Egli voleva intendere che la stampa « borghese », come al solito in mala fede, non aveva· traccia di quell'informazione che avrebbe, i11certo modo, attenuato l'odiosità del gesto sovietico e l' allar1ne da esso prov·ocato : « perchè queste cose - esclamava incollerito - nei giornali italiani non si stampano ! ». E quando gli ricordai il manifesto dei fisici nucleari italiani egli (che a differenza di altri che la pensano come lui è fornito di coraggio e di onestà intellettuale) osservò che questo era un « buon argomento ». Non so se era veramente un « buon argomento » : voglio dire che non so e no11 ho la competenza 11ecessaria p,er stabilire quale dei due gruppi di esperti fosse nel giusto. Tuttavia il punto più importante della questione non è questo, ma un altro: e cioè cl1e quell'uomo, colto e capace, nella sua professione, di mostrate buon gusto e forza di ragionamento, avesse come cancellato dalla sua mente ogni ricordo delle sue stesse polemiche di qualche anno innanzi, e fosse pronto a dare all'Unione Sovietica il beneficio di un dubbio e a discutere, questa' volta, la questione degli esperimenti nucleari 11011già facendo appello al sentimento u1nanitario, ma ispirandosi ai criteri della ragion politica. Come può capitare che la me1noria funzioni sempre in una direzione sola, o anche a direzioni alterne, ma· sempre a beneficio di una stessa p·a1te? Come può capitare che ci si dimenticl1i dopo· un mese dell'Ungheria, dei crimini di Stalin, di quelli cl1e Krusciov commise per ordine di Stalin (e che andranno, evidentemente, giudicati con lo stesso metro con cui si giudicano quelli del suo signore e padrone), di tutto, inso-mma, e che si parli ancora· del maccartismo? E come può capitare cl1e si sia sempre pronti a fare appello ai criteri della ragion politica quando si tratta dell'Unione Sovietica, e mai quando si tratta, poniamo, degli Stati Uniti? Le discussioni sull'incidente capitato a Cuba qualche mese fa' sono ancora tropp·o vjve nella memoria per essere state dimenticate soprattutto da quegli intellettuali e letterati e politicanti di cui veniamo parla11do. Qualunque cosa si voglia pensare della vicenda (e chi scrive non è certo tra coloro che ritengo-no cl1e i dirigenti statunitensi si siano, in quel cas·o, condotti razionalmente), è lecito -cl1iedersi perchè coloro i quali, pur conda11nando a fior di 14 Blbliotecaginobianco .. .. \' . .

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