zionale, anzichè tendere a sradicare quella stessa predisposizione che è uno· dei principali ostacoli al progredire di una moderna iniziativa loca'le? Si è mai tentato, ad esempio, di subordinare .e condizionare la prestazione di incentivi ed agevolazioni alla formazione di intese associative e cooperative per l'esercizio comune di certe ft1nzioni aziendali, per la localizzazione in determinate zone; o - ancor meno - alla · comunica·zione di risultati ed esperienze, utili nella successiva amministrazione degli incentivi? Si è preso sufficiente pretesto dalle richieste di credito per estendere, se no11una effettiva consulenza, almeno precise indicazioni ai richiedenti. sul come, dove, e per quali fini procurarsi detta consulenza? Si è cercato attivamente di combinare ed integrare iniziative disparate e diverse che, se inattuabili ciascuna presa p-er sè, avrebbero potuto però realizzarsi in forme integrate? Si ricorderà ad esempio l'episodio - tipico, piuttosto che unico - degli industriali siciliani che la1nentarono il rifiuto delle nuove grandi industrie sorte per iniziativa di operatori del Nord a servirsi di loro per sub-forniture, operazioni ausiliarie e consimili: gli industriali del Nord obiettarono che la « discrimi11azione » andava attribuita unicamente a fattori economici obiettivi, cioè a dire al fatto che prodotti e servizi offerti dall'industria locale non si conformavano agli standards richiesti. Ora, questo episodio si è limitato a fornire facile esca alle consuete diatribe sulla na- ~ tura « coloniale » o meno degli investimenti provenienti dal grande capitale del Nord: non n1i risulta, viceversa, che una approfondita indagine della questione sia stata fatta, co1ne premessa ad una possibile offerta di consulenza agli industriaJi siciliani per riorganizzare e migliorare le. proprie prod uzio11i o, se del caso, ad un possibile cc co·ndizionamento » della concessione di incentivi. Perfino negli investimenti diretti dello Stato sembra possibile discernere notevoli cc occasioni perdute ». I grandi impia11ti di Taranto, Ferrandina·, ecc., hanno sollevato grandi speranze circa una prossima cc proliferazione » di iniziative minori attorno ai grandi nuclei costituiti da tali impianti: è possibile clìe, col tempo, questa proliferazione, più o meno vasta, si abbja. Ma n-on era questa una buona occa·sione per un'indagine specifica che offrisse concrete, ben individuate indicazioni circa le possibilità dj iniziative complementari agli operatori locali e non? E se è possibile dedicarsi allo stu·dio di cinquanta impianti-pilota (per il mo·mento ancora impianti-fantasma) da localizzare nel Mezzogiorno - studio, secondo le _buone regole, avvolto nel mistero più circospetto - non sarebbe altrettanto possibile effettuare specifiche pro36 - • Bibliotecaginobianco
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