Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

non si saprà sfruttarla al massimo in funzione dègli interessi generali della politica di svilt1ppo del Mezzogiorno: in una parola, se non si saprà fame lo strumento principale per incrementare le attività economiche locali in una visione realistica dei problemi e delle possibilità delle singole regioni, in un quadro ben -disegnato dei tipi -di intervento e degli indirizzi da seguire per accelerare il processo di industrializzazione del Mezzogiorno. Insomma, la « svolta storica >> di cui si è parlato in questi giorni a proposito della Basilicata e della Puglia, cioè dei versanti adriatico e ionico del Mezzogiorno continentale, che per primi saranno serviti da una rete di distribuzione della nuova energia e che · per primi vedranno sorgere impianti di trasformazione in-dustriale del gas naturale, ci sarà effettivamente solo se lo sfruttamento del metano verrà ad inserirsi in un programma organico di interventi capaci di promuovere la trasformazione strutturale dell'economia -delle regioni interessate. Il metano, per sè solo, non basta. A questo fine, al fine cioè di una politica di industrializzazione meglio coordinata, si deve ammettere che le iniziative predisposte e previste per l'utilizzazione del metano di Ferrandina rap_presentano un buon inizio. E su questo punto non riteniamo di poter condividere i giudizi e le riserve prospettate da cc Mondo Economico », nel nt1mero citato. L'autorevole setti1nanale milanese fonda le sue riserve su di una-· premessa git1sta: che a criterio direttivo della programmazione di una politica che persegua la finalità di sviluppare l'economia meridionale - si tratti di programmazione « indicativa » o di programmazione cc rigida » - venga assunta la necessità di p.rocedere per scelte ragionate, e di larga visione, nel tempo e nello spazio; e pertanto bisogna farla finita con le scelte approssimative, ancorate alla tutela, ed alla rischiosa , promessa ·di beness~re, per ogni zolla di terra; in termini più 1 espliciti le scelte economiche, tecniche, ubicazionali, devono essere fatte in base ad un programma, non in base a discutibili criteri elettoralistici ed assistenziali. La scelta del territorio di Ferrandina e ,di Pisticci come area di in-dustrializzazione e di localizzazione immediata -di importa11ti impianti petrolchimici sarebbe stata operata, però, ubbidendo a questo secondo criterio, con tutti gli inconvenienti e tutte le conseguenze che si devono in casi simil1 prevedere. Ora, se è facile essere -d'accordo con la premessa su cui si fonda il ragionamento di cc Mondo Economico », non possiamo concordare sul giudizio in merito alla infelicità della scelta ubicazionale de~ nuovi impianti; la quale potrà anche essere .stata influenzata -da ragioni politiche, può essere stata fatta sotto la pressione di interessi elettoralistici, ma per una fortuita e· fortunata coincidenza viene ad inserirsi in un contesto territoriale ed in una situazione nella quale potrà servire egregiamente alla causa della industrializzazione- e dello sviluppo del Mezzo- • giorno.· I E ci spieghiamo. La Valle del Basento, allargandosi dopo le strette delle montagne del Potentino, -diventa ampia, sassosa, circondata -da calanchi, ed ancora oggi, benché sia stata da tempo--debellata la malaria, 80 Bibliotecaginobianco

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