giustapposizioni, questo lavoro di Visconti si presenta, dal punto di vista della realizzazione artistica, come un fallimento nella migliore delle ipotesi e come un bluff nella peggiore. E, volendo approfondire la discussione, si tratterà di prendere in esame la responsabilità ed il .peso che possibili incapaçità specifiche - ad esempio l'incapacità di fondere in uno la molteplicità degli stili e dei .toni -, od anche una cattiva assimilazione di disparati elementi culturali, o ancora una non impossibile leggerezza nell' accosta1nento ai temi prescelti, od altro, abbiano rispettivamente assunto nella mancata realizzazione artistica. Ma riconosci1nenti e deferenze a genio o maestrie artigianali, per va- . ghe e discrete che siano, con riferimento a questa specifica occasione, se non si riducono ad ipocriti convenevoli, denotano un ingiustificato annacquamento del senso critico - e sono quindi, in ogni caso, fuori lt1ogo. Che questo sia t1n lavoro di grandi pretese, sembra ormai pacifico: ma volerne parlare come di « opera di grande impegno » significa, oltre tutto, fare t1n torto a chi l'ha concepita, realizzata e diretta. Che poi a questo film si voglia attribuire un\1tile funzione cc sociale » o cc civile », questo è tutt'altro discorso. Esso potrà ben avere il merito di galvanizzare l'attenzione e la discussione su uno dei problemi cruciali della nostra società: ma si tratta d'un merito di natura affatto diversa da quella del merito artistico. Mi si lasci aggiungere, tuttavia, che non mi sembra precisamente edificante il pensiero di doversi affidare a siffatti catalizzatori e pietre di scandalo per svegliare l'interesse -dell'opinione pt1bblica st1 un prol1lema così serio ed attuale. E che in particolare non vedo come questo film possa intaccare la coriacea insensibilità al problema di certi settori dell'opinione pubblica e ,delle attuali classi dirigenti nè come per stia 11atura, possa contribuire a diradare qt1ella concezione emotiva, se11timentale, spesso melodrammatica, del problema, che finora ha largamente predominato, per buona o mala fede, nei settori dell' « opposizione ». Una concezione come non si è mai trascu·rato di rilevare e dent1nciare in Nord e Sud, inabile a degenerare concrete alternative all'inazione del pseudo-ottimismo: e che quindi divide, in misura non in-differente, la responsabilità delJa mancanza di un costruttivo e razionale approccio al problema. 61 BibliotecaGino Bianco .,.
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