Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

u Cassa per il Mezzogiorno >> nel suo dinamismo di organo per l'elaborazione, la distribuzione e la propulsione della spesa pubblica straordinaria nel Mezzogiorno; la· spesa straordinaria sostituita in parte sempre più rilevante dalla spesa ordinaria; gli stessi fondi disponibili utilizzati solo in parte; la mitologia del « secondo tempo » della politica meridionalistica sostituita a quella del « primo tempo » quando si era ben lontani dalla conclusione di quest'ultimo, non si aveva nessuna idea chiara sull'altro e, soprattutto, si presci11deva da ogni necessaria· coordinazione e cumulazione dei tempi predicati. Nella pubblicistica meridionalista questo stato di cose fu ampiamente denunziato: se da parte comunista si gridò alla· congiura dei monopoli e al servilismo della classe politica verso gli interessi padronali, da parte democratica (e, ci sembra, con molto maggiore ragione) si mise in rilievo la natura squisitamente politica del problema e la profonda e insostenibile contraddizione per cui una1 politica di pianffìcazione democratica per lo sviluppo del Mezzogiorno doveva essere programmata a Roma da dirigenze politicl1e ed esecutive sulla cui complessiva vocazione democratica si poteva convenire, ma doveva poi essere attuata da dirigenze locali e periferiche la cui democraticità era, nella maggior parte dei casi, per lo meno dubbia. Dalla fine del 1958 in poi, la politica meridionalista\ e· più in generale i problemi del Mezzogiorno, si può dire che abbiano ricevuto una serie (e nell'espressione anticipiamo il nostro giudizio) di parziali rilanci. Le elezioni di quell'anno, se confermarono l'orinai inarrestabile fra·namento della destra, rivelarono d'altra parte che permanevano considerevoli, e tendevano anzi qua e là a crescere, le capacità espansive dei comunisti: chi si illudeva che il Mezzogiorno avesse ormai raggiunto una situazione di equilibrio e di stabilità elettorale paragonabile a quella settentriona·le fu certo fieramente disilluso. Successivamente l'avvento dell' on. Pastore alla direzione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno rimetteva in moto alcuni n1eccanismi di quello che dovrebbe essere il centro 1notore della politica meridionalistica, ma metteva in luce nello stesso tempo quali e quante resistenze o anche semplici inerzie, si frapponessero ad un lavoro coordinato e programmato in tal senso. Nel 1960, infine due circostanze concorrevano a determinare una definitiva risensibilizzazione dell'opinione pubblica nazionale ai problemi meridionali: la presentazione al Parlamento della prima relazione sullo stato e sugli sviluppi della politica meridionalistica e le elezioni amministrative dell'autunno scorso. La relazione al Parlamento, che si ebbe ad opera1 e ad iniziativa dell' on. Pastore (rimasto alla direzione del 7 Bibliotecaginobianco

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