Non vogliamo seguire anche noi la linea di una propagan·da tendenziosa e meno ancora unirci al coro delle recriminazioni: l'operazione è stata in realtà di portata modesta, è s_tata certamente condotta male, e quindi non poteva che fallire miseramente. Quel che c'interessa qui non è lo sbarco, ma ciò che accadde dopo ed il gioco delle .diverse reazioni e il loro significato poljtico. E qui va innanzi tutto notato che Mosca attese ben trentasei ore prima di fare udire la sua voce, con un pass-o diplomatico in appoggio di Castro. Si potrebbe dire para-dossalmente che Krusciov abbia esitato, pensando che gli americani avrebbero salvato in estremo l'operazione. E va notato anche che nel messaggio a Kennedy del 22 aprile lo stesso Krusciov non menzionò più i missili ed evitò di attaccare direttamente il Presidente (questo compito fu riservato alla stampa sovietica), perchè temeva che attaccandolo si sarebbe privato dell'interlocutore valido per eventuali incontri al vertice. Il Primo Ministro sovietico insistè, invece, su un punto che, evidentemente, è quello che sta più a cuore alla Russia, insistè, cioè, sul fatto che la pretesa statunitense di chiudere l'emisfero americano ad idee e regimi « destinati ad imporsi nel mondo » era assurda: la dottrina di Monroe doveva essere seppellita. Quanto all'atteggiamento degli Stati Uniti, esso oscillò tra dichiarazioni di fermezza ed una certa difficoltà a definire il nuovo atteggiamento dell'amministrazione. Certo su Washington pesava la prostrazione psic_ologica che si accompagna di solito agli insuccessi ( « la vittoria ha sempre cento padri; è la sconfitta che è orfana », disse pateticamente il Presidente Kennedy ad una conferenza stampa); ma su di essa gravava anche la difficoltà politica di non perdere il collegamento con le altre nazioni del continente americano. Il tentativo di Adolfo Berle, capo della cc task force » per l'America Latina, di ottenere l'appoggio latino-americano per procedere a sanzioni contro Castro non riuscì; e difficile si rivelò la posizione di Stevenson durante il dibattito alle Nazioni Unite. La mozione messicana (il Messico si trova in una situazione delicata, poichè l'ex-presidente Càrdenas, cc premio Stalin » e famoso compagno di viaggio, è ancora assai. popolare nel paese e può minacciare sempre un aggiramento a sinistra delle posizioni dell'attuale presidente, Lopez Mateos), che era la più pericolosa per gli Stati Uniti poichè praticamente rompeva la solidarietà americana, fu evitata. Ma la mozione argentina, che risultò approvata in suo luogo, se non conteneva alcun accenno a responsabilità degli 40 • .-Bibliotecaginobianco
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