Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

fatti, la protezione concessa dal Piano è insufficiente, per l'altra eccessiva; l'una chiede il ravvicinamento dei prezzi al più alto livello, l'altra al più moderato. Entrambe però sono concordi nel contrastare l'attuazione del Piano. Una terza forma di opposizio11e è quella che muove dalle organizzazioni commerciali nazionali, le quali tentano di contestare la necessità di una Autorità e di Uffici sopranazionali a livello europeo. Questo atteggiamento, sostenuto in Italia dalla Fe,derazione dei Consorzi Agrari e nel Parlamento dal gruppo dei deputati « bonomiani », in evidente antitesi con gli interessi dei coltivatori diretti cl1e essi rappresentano, ha influenzato gli ambienti ufficiali italiani, i quali ne hanno fatto risuonare l'eco negli organismi comunitari. Infatti, nelle riunioni del Consiglio dei Ministri della C.E.E. la delegazione italiana ha rilevato nelle proposte della -Commissione un eccesso di dirigismo: secondo tali critiche, l'equilibrio dei mercati agricoli dovrebbe essere assicurato dal funzionamento delle regole di concorrenza comunitaria e dal coordinamento delle organizzazioni nazionali di mercato; invece la creazione di organismi comunitari di mercato, prevista dal Piano Mansholt per quasi tutti i prodotti, dovrebbe costituire l'eccezione e gli Uffici europei dovrebbero avere soltanto una funzione consultiva. Queste opposizioni, in vario modo e con diversa efficacia tentando di ritardare o sviare l'integrazione europea nel settore agricolo, pongono serie remore a tutto il processo di costruzione di un mercato europeo, che ha avuto inizio con la firma del Trattato di Roma; questo, infatti, è costituito da un insieme di norme cl1e riguardano i vari aspetti della vita economica e sociale comunitaria; non se ne possono accettare alcune e rinviarne altre. Una tesi siffatta mina il principio stesso della integrazione economica, che è quello della co·nvenienza che ogni Paese trova nella somma tra vantaggi e svantaggi. Come è evidente, le obiezioni interessate degli ambienti cl1e difendo110 interessi particolari vanno giudicate in relazione alla concreta esigenza di effettiva rispondenza, all' a·dempimento degli impegni finali delle strutture produttive e del mercato. A questa stregua, non è possibile non rilevare l'estrema rispondenza dell'analisi fatta nel Piano Mansholt delle necessità permane11ti di una qualsiasi politica di svil11ppo delle strutt~re e di sostegno effettivo del reddito agricolo. Se di tale analisi avessero tenuto conto gli estensori del Piano verde italiano, si sarebbero evitati alcu11i fondamentali errori. In primo luogo, è chiarito nel Piano Mansholt, si può operare lo 26 Bibliotecaginobianco

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