riguardo viene notato come il disegno di legge segua metodicamente lo svolgersi del ciclo produttivo agrario in tutto l'arco delle sue manifestazioni. Il principio dell' elasticita sarebbe poi assicurato dalla possibilità di adottare e modificare i criteri di incentivazione, media11te la facoltà consentita al Ministro dell'agricoltura di rettificare annualmente la ripartizione della spesa. Ora, appare senza dubbio apprezzabile che si sia voluto per la prima volta, battere una strada diversa da quella tradizionale in agricoltura, della manovra protezionistica sui prezzi; ci si orienta verso l'obbiettivo sociale del sostegno e del n1iglioramento dei redditi agricoli operando sulle strutture, e ciò in armonia con l'orientamento generale dei maggiori stati europei. Tuttavia ciò non uol dire necessa- · riamente cl1e si sia fatto qualcosa di più di un semplice au1nento quantitativo degli investimenti; e a dimostrarlo potrebbe anche bastare il fatto cl1e non sono state operate scelte priorjtarie, ma tutto il settore agricolo viene fatto pregindjziahnente rientrar nell'assetto operativo. Le scelte vengono rinviate alla discrezionalità del Ministro dell' agricoltura, il quale dovrebbe pu11tualizzare le direttive di massima contenute nel titolo I del piano, con una elasticità di intervento che vi ne mutuata dal piano verde tedesco d l 19.5.5: con poca pertinenza in quanto proprio in Germania~ conten1poraneamente a] piano erde, veniva affrontato ed avviato a soluzione l\1nico grave problema delle strutture agricole nazionali quello della frammentazione e polverizzazione, sicchè l'agricoltura tedesca, che ha un~incidenza assai minor della nostra nell'economia nazionale, IJoteva trarre il massimo vantaggio dagli interventi finanziari per il ,niglioramento della produzione. Ecco dunque che si cl1iarisce l'errore fondamentale di impostazione del nostro Piano verde: esso nasce con le ambizioni qualitative della programmazione organica~ ma per far cio non ha ottemperato ad alcuni essenzjali presupposti: non si inquadra in un piano di sviluppo di tutti gli altri settori produttivi; non appresta strumenti adeguati al centro ed alla periferia per la direzione ed il controllo degli investimenti; non prevede una legislazione particolare per il cambiamento dei rapporti fra proprietà, impresa e lavoro, vale a dire delle condizioni di fondo strutturali dell'agricoltura. Insufficientemente motivato appare anche il principio antiprotezionistico. Infatti il Piano verde non tiene conto di quella che è una condizione generale della pianificazione : uno studio dei settori in cui deve essere concentrato l'intervento secondo concreti obbiettivi da 19 Bibliotecaginobianco
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