Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

cremento demografico (sempre per la Germania si calcola che nei prossimi dieci anni la popolazione in età lavorativa avrà un aumento inferiore all'l per cento) hanno spinto la Repubblica Federale a ricercare nuove forze di lavoro nell'immigrazione. Le nostre eccedenze demografiche, soprattutto quelle meridionali e perciò di provenienza bracciantile, vi hanno trovato uno sfogo inatteso naturalmente nel campo della manovalanza generica. I motivi di richiamo dell'area europea sono soprattutto due: la stabilità della struttura economica, suscettibile per qualche paese di ulteriore incremento, e la contiguità territoriale. Infatti la possibilità di rapidi e metodici ritorni a casa agisce psicologicamente a favore della corrente transalpina, per lo status di emigrante provyisorio eh' essa prospetta, mentre il mito an1ericano si riduce a dimensioni più modeste per la instabilità strutturale di tutta l'area sudamerièana. Ancora una considerazione. L'emigrazione transalpina nella quale ha una componente predominante il Mezzogiorno, si è sviluppata con la rottura della tregua nelle campagne meridionali sulla questione l salariale, precisamente quando l'accresciuto volume di opere pubblicl1e (la sola nuova ricchezza distribuita nel St1d) l1anno introdotto su vasta scala salari che l'economia agricola non è riuscita a sostenere; t1n confronto cl1e, nel rivalt1tare il lavoro umano, ha gradualmente sollecitato il bracciante verso strutture economiche più sane. Prospettive che obiettivamente non offrono i paesi sudamericani (profonde impressioni hanno suscitato la svalutazione del cruzeiro con u11 aumento del costo della vita in Brasile previsto nella misura del 12 per cento, ed il fermo imposto alle rimesse dal Venezuela), tanto è vero che si fanno più fitti i ritorni dalroltremare di interi nuclei familiari. Anzi il fatto più allarmante è proprio qt1est'ultimo: il numero dei rimpatriati - i rientri con cc biglietto consolare » sono relativamente scarsi percl1è soprattutto i contadini meridionali si sforzano di sfuggire a quella ' umiliazione ' - aumenta considerevolmente con aggravio della situazione interna per il faticoso reinserimento nel loro ambiente naturale dopo il trauma subito. Negli stessi anni in cui gli insediamenti transalpini sono aumentati, la nostra politica, per tradizionale forza d'inerzia, ha sollecitato le migrazioni oltremare. Nell'ottobre '51 l'Italia collaborò attivamente con l'Ufficio Internazionale del Lavoro affinchè la Conferenza di Napoli, cui avevano aderito 27 Paesi del mondo occidentale, proponesse la co- . stituzione di un organismo internazionale· impegnato alle migrazioni oltreoceano. Nella successiva Conferenza di Bruxelles fummo tra i primi ad approvare la risoluzione cl1e creava il Comitato Intergovernativo Mo109 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==