Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

articoli del piano decen11ale per la scuola sui quali con maggior fondamento si appuntavano le censure di incostituzio.nalità. Gridare allo scandalo di fronte a questa interpretazione non sarebbe sufficiente, se non si rilevasse pure che così si spregiano i più elementari doveri di osservanza del patto comune tra i cittadini, dal quale gli stessi governanti traggono la loro legittimità. Non s'avvedono, questi protervi signori, cl1e tali affermazioni infirmano la ragione stessa del potere loro attribt1ito? Quale principio potranno essi invocare il giorno in cui violentemente qualcuno tentasse di spogliarli di tale potere? A chi conserva un minimo di ragione non possono essere incerte le risposte. Qt1anto era 11elle previsioni dei pessimisti si sta, dt1nque, realizzando: ad una prassi politica irrispettosa delle elementari esigenze della convivenza democratica (ma sempre giustificata per la malvagità dei tempi e degli avversari) non poteva non accompagnarsi la rottt1ra degli schemi formali cl1e definiscono il nostro tipo di Stato. Perdurando un tale assetto delle cose, diverrà sempre più difficile chiedere con successo comprensione alle forze democratiche responsabili, in nome della salvaguardia delle istituzioni. Quale Stato dovrebbero esse difen·dere, della sorte di quali istituti esser pensose, se non proprio questi i valori spregiati dalla quotidiana prassi dei detentori del potere? Del conto che i governanti fanno del principio di legalità, offre una rinnovata e sig11ificativa prova il modo in cui si è giunti alla soppressione dell'esame di ammissione alla sct1ola media. Anche qui non si tratta di valutare il merito del provvedimento, che ha suscitato contrastanti e non sempre disinteressate reazioni: vogliamo invece, sottolineare il fatto che il Ministro per la Pt1bblica Istruzione ha ritenuto possibile sospendere, con t1na circolare, l'efficacia di una legge vigente. La· giustificazione addotta per tale stupefacente procedura è fondata sul riferimento ad un potere di sperimentazione che spetterebbe al Ministro: adottando un linguaggio meno elusivo ed ipocrita, si vuol dire semplicemente che l'esistenza di una legge dello Stato non può esser d'ostacolo all'esecutivo, nel qt1ale deve riconoscersi l'unica effettiva fonte di potere, un cui atto di volontà è sufficiente a sostituire qualsiasi precedente disposizione. Non è difficile immaginare che, attraverso successive esplicazioni di questo potere, sarà possibile sospendere tutte le garanzie legislative esistenti. Evidentemente, non è soltanto la Costituzione cl1e ingombra la strada degli accorti nostri reggitori: per essere al passo con le esigenze sempre nuove del nostro paese e portare a compimento un'opera di riforma troppe volte contrastata e incompresa, torna a prender forma davanti ai loro occhi il modello del princeps legibus solutus.- Puntualmente, ad ogni mutar di stagione, viene riproposta la pale- .mica sui poteri del Presidente della Repubblica; l'occasione, questa 52 Bibliotecaginobianco

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