Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

nalmente dovuto all'eccedenza naturale. In genere, poi, il passivo migratorio delle province meridionali è notevolme·nte attenuato dalYattivo del capoluogo provinciale e tra il movimento del capoluogo e quello della provincia si manifesta, di solito, un'accentuata sfasatura. Nel caso di Napoli, invece, tra il movimento del capoluogo e quello della provincia (cfr. tab. 11) esiste una stretta relazione, nel senso che - a causa delle dimensioni del capoluogo e della sua persistente capacità di attrazione, così come della distribuzione delle attività economiche nell'ambito della provincia, - tutto il movimento migratorio provinciale risulta tonificato ed intensificato, ed una non esigua serie di comuni che stanno intorno al capoluogo consegue, grazie a tale collocazione, u11apotenzialità di ricezione che va oltre quanto comporterebbero le loro possibilità in una diversa situa•zione. Ciò premesso, osserviamo che, nel complesso, il movimento migratorio provinciale suole cl1iudersi ogni anno (conside1iamo il periodo dall'ultimo censimento ad oggi) con lievi attivi. In due anni, tuttavia, e cioè a dire nel 1952 e nel 1958, esso si· è chiuso con un passivo pressappoco delle stesse di1nensioni. Il 1952 e il 1958 sono stati anche gli anni i11 cui si è chiuso con un passivo il movimento migratorio del capoluogo di provincia, che negli altri anni si è chiuso invece con un attivo che vale a compensare anche il lieve deficit registrato solitamente, tranne che nel 1954 e nel 1955, dal resto della . . prov1nc1a. Circa le direzioni del movimento migratorio anagrafico è da osservare che la provincia lo esaurisce in larga parte nel suo stesso ambito: non meno di due terzi (cfr. tab. 12). Per il resto essa è impegnata, in primo luogo, con le altre province campane e, al di fuori di queste, con le altre regioni del Mezzogiorno continentale, con la Sicilia e con il Lazio. Deboli, invece, sono i rapporti con la Sardegna e, per quanto riguarda le immigrazioni con le regioni ce11tro-settentrionali, con le quali ultime invece (e in particolare co11 le regioni del « triangolo » e con la Toscana) i rapporti della provincia di Napoli sono alquanto più stretti per quanto riguarda le ernigrazioni. Del tutto di secondaria importanza appaiono, invece, i rapporti con l'estero; ed è questo uno dei tratti più caratterizzanti del movimento migratorio napoletano rispetto a quello di altre province, soprattutto meridionali. Sulla composizione del movimento migratorio anagrafico, infìne, i dati disponibili sono estremame11te carenti. I dati più significativi tra quelli di cui noi disponiamo sono quelli relativi all'età, al sesso e allo stato civile dei migranti; ma purtroppo coprono un solo anno, il 1957 72 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==