contro tutti, anche contro i suoi finanziatori che erano ad un cert o punto scoraggiatissimi. Ma chi ha avuto a suo favore questo giovane ingegnere? Nessu no. Non la Camera •di Commercio che dovrebbe maggiormente cur are ed affiancare queste iniziative, non la Prefettura, che si è int eressata burocraticamente del solo primo stadio dell'operazione, non i l Comune di Napoli, che avrebbe dovuto espropriare i terreni già i n precedenza e poi offrirli agli imprenditori privati e che avrebbe dovuto costruire le strade già prima della costruzione dello stabiliment o. Non quel consorzio di bonifica, di cui dicevamo, e che ha dimenti cato di attuare le opere necessarie per un maggior consolidamento del terreno. E non poteva, per ovvi motivi di interesse, trovare amici negl i espropriati che alla fine, hanno preteso anche di essere assunti come operai. Né alleati potevano essere quelli della SME o della SET, ec c. Va quindi data lode a questo ingegnere per la sua tenacia e volontà; ma, in verità, c'è da chiedersi: quanti di questi ingegn eri esistono dalla stessa tenacia e volontà? Quante persone invece, d i fronte alle difficoltà abbandonano ogni iniziativa e se ne vanno ad i nvestire altrove il proprio denaro? Tempo addietro, circa sei mesi fa, a ,Milano, alla Camera di Co mmercio, il ministro Colombo volle ascoltare i desiderata degl'imprenditori del Nord sull'industrializzazione del Mezzogiorno e questi ultimi vollero parlare in modo franco e chiaro al Ministro. Durante la r iunione, infatti, questi industriali, già con u11a certa esperienza meridiona le, criticarono soprattutto le infrastrutture e l'ambiente cc amministrativo » nel quale essi devono operare. Non quello delle maestranze, in verità, percl1é anzi di esse si lodò e si esaltò l'intelligenza, la dediz ione al lavoro, l'entusiasmo e si affermò che la loro produttività era abb astanza alta e raggiungeva e superava in molti casi quella degli ope rai settentrionali. Invece tutto ciò che era compito dello Stato o degli enti loc ali venne aspramente criticato: ad esempio, l'inadeguatezza deg li uffici periferici statali, la loro lentezza a riconoscere la nuova realtà economica, la loro mancanza di iniziativa e, molte volte, la non co llaborazione con gl'imprenditori privati. Ed insieme a tutto questo , ci si lamentò delle stazioni ferroviarie semi-diroccate, in zone sus cettibjJi di essere industrializzate, delle strade ancora impervie e mal co struite, degli approvigionamenti idrici insufficienti, dei porti non at trezzati (come Siracusa, o Porto Empedocle o Brindisi, per fare degli e sempi), dei collegamenti telefonici non adeguati, ecc. Insomma in quella riunione, le critiche si appuntarono soprattut to sulle così dette infrastrutture, che avrebbero dovuto essere p ronte a \ conclusione del primo tempo, per potersi poi procedere p iù sp€ditamente all'industrializzazione del Mezzogiorno, e invece, alla r esa dei conti si sono ancora rivelate insufficienti e inadatte alle nuove ne cessità. Oggi, nel narrare ciò che è successo al gruppo italo-svizzero, ci s~amo_ricordati di quella riunione: allora, quelle. critiche a mol ti sem41.- Bibliotecaginobianco
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