Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

nostro paese in materia di assistenza sanitaria. Questo punto-chiave è costituito dalla molteplicità e dalla difformità dei modi con i quali lo Stato italiano adempie (o crede di adempiere) all'obbligo costituzionale di tutelare la salute dei cittadini 1 . Tutti sanno che, da circa tre anni, esiste in Italja un Ministero della Sanità. Ma non tutti sanno, forse, che questo Ministero è nato , asfittico. La sua legge istitutiva (13 marzo 1958, n. 296) ne limita le funzioni in maniera quasi risibile: per esempio, essa esclude tassativamente dalla competenza del Mi11istero della Sanità tutto il campo del1' assistenza sanitaria mutualistica (che fa capo, per contro, al Ministero <lel Lavoro e della Previd~nza Sociale). Ne consegue cl1e oltre 37 milioni di cittadini (i quali diventeranno presto 40 dopo l'approvazione delle leggi che estendono l'assicurazione di malattia a nuove categorie) sono sottratti, i11materia di assistenza sanitaria, al controllo di quel Ministero che dovrebbe cc provvedere alla tutela della salute pubblica »; e si tratta dei quattro quinti della popola·zione italiana. Ora, 110nv'è cl1i possa negare l'enorme sperequazione esistente fra i progressi compiuti dalla scienza medica negli ultimi venti anni, e il livello, per lo meno mediocre dell'assistenza sanitaria che l'ottant~ per cento degli italiani riceve attraverso gli istituti mutualistici. Questi Enti, sui quali grava tuttora la pesante ipoteca del corporativismo fascista·, e della mentalità paternalistica che lo ispirava, costituiscono una vera e propria fungaia· di organizzazioni, piccole, medie e grandi: fomite tutte, di sigle spesso impronunciabili, e dì impalcature burocraticl1e sempre costose. Nè mancano, tra loro, i doppioni; dei quali si farebbe benissimo a meno, risparmiando così mezzi ed energie, che potrebbero molto meglio impiegarsi altrimenti. Si tratta, .peraltro, di evitare che si verifichino casi come quello toccato alla giovane friulana Emma Vit, la quale, per essere troppo assicurata, finì col trovarsi priva di qualsiasi protezione. Riportiamo la vice11da per sommi capi; ne vale la pena. Ricoverata d'urgenza presso l'Ospedale di San Vito al Tagliamento, la Vit venne dimessa alcuni mesi più tardi, perfettamente guarita. Quattro erano gli Enti che avrebbero dovuto tutelarla in caso di malattia: l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, l'Istituto Nazionale Assicurazione Malattie, il Consorzio Provinciale Antitubercolare ed il Comune nel quale la famiglia Vit, poverissima, aveva eletto domicilio di 1 << La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività » (Costituzione della Repubblica, art. 32). 15 Bibliotecaginobianco

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