Nord e Sud - anno VIII - n. 15 - marzo 1961

deo ebbe vivissimo questo senso religioso della propria vita intellettuale; sentimento che s'era in lui radicato col carattere stesso dei suoi primi studi, che avevano avuto per oggetto la figura del Cristo e poi la storia delle origini cristiane. Benchè certo egli avesse compiuto una ricerca ispirata non già a motivi di apologetica religiosa, ma a presupposti di rigore scientifico, rimase tuttavia sempre nei suoi scritti un certo tono di commozione spirituale, il senso della partecipazione alla vita della grazia, sia pure considerata come attributo dello Spirito inteso al modo della filosofia idealistica. Questa intima propensione ad un' esperienza di tipo religioso, che il ritiro cc in una solitudine di anacoreta di novella Tebaide », durante gli anni del fascismo, contribuì certo ad accentuare, serve bene a spiegare, a noi sembra, il carattere saliente dei suoi scritti politici, il leitmotiv in essi dominante, che non può non colpire l'attenzione del lettore. Tale motivo caratteristico è dato dal richiamo insistente all' insegnamento di Giuseppe Mazzini, considerato proprio nel suo affiato profetico, nel suo moralismo politico, nel suo apostolato civile. Non è, beninteso, che tra le pagine del1' Omodeo storico mancassero quelle dedicate al Mazzini ed al riconoscimento della sua cc missione religiosa e politica»; basti pensare alla Introduzione, che l'Otnodeo dettò nel 1934, agli Scritti scelti del pensatore genovese. Si vorrebbe dire, tuttavia, che in questi scritti dell'Omodea politico si avverte come un trapasso di interessamento, o meglio di adesione spirituale, dall'esempio offerto da un Cavour, r homme du juste milieu, com' egli stes o si definì, il politico liberale di icuro realismo e di accorto spirito di compromesso, all'esempio offerto da un Mazzini, il missionario politico della democrazia repubblicana, avverso ai compromessi con la realtà. Questo mutamento di prospettiva nella critica politica si accompagnò al suo passaggio, nell'impegno della lotta politica, dal partito liberale al partito d'azione, e giustificò il suo distacco dal Croce, sempre sul terreno delle concezioni politiche; chè sul piano teorico, come sotto il profilo personale, l'Omodeo rimase sempre devoto al pensatore che gli era stato maestro e compagno nel certame spirituale insieme combattuto in difesa della verità e della libertà. Documento significativo della sua evoluzione politica è la conversazione da lui tenuta alla radio di Napoli il 16 novembre 1943, che meriterebbe d'essere riportata per intero. In essa, dopo una frecciata polemica alla « dottrina illiberale di Carlo Marx » ed un omaggio al1' opera culturale - politica di Benedetto Croce, viene enunciata la concezione sostenuta dallo stesso Omodeo, come ideologia politica dei nuovi tempi: cc Il liberalismo risorge ... con un' animazione che si genera dalla sua coscienza religiosa. Ha conseguito un dinamismo nuovo perchè nella trasformazione, già accennata, la fede del Cavour si è arricchita di fermenti mazziniani, epurati dall'involucro dei miti del 1830 che li ravvolgeva e li inceppava; perchè, come è noto, il grande agitatore non ebbe mai il tempo di rivedere criticamente il proprio pensiero. Il motivo cavouriano del progresso e delle riforme è venuto a coincidere con l'anelito missionario del Mazzini. Il C1 1 ~ -ile irrideva la libertà quietistica, la formula ' libertà per chi la possiede ', e propendeva per quella forma missionaria, che noi possiamo definire della ' libertà liberatrice'. Noi abbiamo appreso con durissime esperienze che la libertà si mantiene solo espandendosi, ampliando la cerchia dei liberi, combattendo una lotta perenne contro tutte le servitù» (pag. 116). 110 Bibliotecaginobianco

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