Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

di De Gaulle, provocato dal1a questione algerina. La prefazione del volume è stata scritta da J eanne Hersc, una studiosa svizzera, professoressa di filosofia all'Università di Ginevra, allieva di Heidegger e di Jaspers, molto nota anche per studi di orientamento politico. Ne abbiamo ~itato alcune parole e ci soffermiamo sL1di essa .perchè è qualcosa di più di una introduzione. Può essere considerata un cc saggio sui saggi », cioè la meditazio11e di un intellettuale sensibile al dramma della civiltà moderna sugli argomenti e i .problemi che gli altri autori hanno esposto con la competenza dei tecnici o con l'a11torevolezza di 11omini che l1anno J?Osto in essi l'impegno della loro ~ vita e della loro attività politica. Questa caratteristica del saggio della Horsc lo rende particolarmente interessante perchè le sue considerazioni possono rappresentare le reazioni della coscienza di ogni 11omocolto alla « den~nzia » dell'attuale condizione delrE11ropa e della necessità della sua 11nione. La Hersc è di formazione esistenzialista e l'esistenzialismo è il frutto filosofico della crisi spirituale europea che ha esasperato atteggiamenti pessimistici o esageratamente individualistici ma, nello stesso tempo, ha riproposto, in termini drammatici, il dovere di una ccscelta » che va compiuta per attuare la propria esistenza. Gli europei oggi non possono non tener conto cl1e la propria esistenza come individui dipende proprio dalla « scelta » che essi possono fare come europei : il loro modo di pensare, di creare, di vivere potrà continuare ad esistere solo se esisterà una Europa. Il linguaggio filosofico si inq11adra nella verità storica, nelle cifre delle statistiche. Spogliato, se si vuole, della sua retorica esistenziale il concetto della Hersc si riassume in poche frasi. Attorno agli e11ropei sono mutati i rapporti « tradizionali » di spazio e di tempo, tuttavia anche per noi non ci può essere rifiuto di vivere nella storia e di gt1ardare all'avvenire. Coloro che hanno scritto questo libro - ci ricorda la Hersc - non parla110 di federazione europea come di un'astrazione o di un'utopia, ma dell'unica strada che ci è offerta. Essi ci avvertono - che proprio in questi anni noi europei dovremo scegliere fra un passato carico di glorie scomparse e un avvenire pieno di promesse. Rifiutarsi di scegliere è preferire che il nostro destino sia deciso dagli altri: ccLe livre que voici dit: Voilà l' enjeu. Voilà ce qui menace. Voilà ce qui est possible. Aujourd'hui, voilà nos chances. Elles ne sont pas permanentes. Elles sont celles d' aujourd'hui, non de demain. Européens, à vo11s » ! Qual'è il _maggiore ostacolo all'unità europea Henry Frenay, presidente del movimento federalista francese e combattente della resistenza, risponde nel primo saggio sul tema ccnazionalismo e patriottismo» che l'ostacolo principale è la confusione che reg11a fra le parole patria . e nazione. Prima della rivoluzione francese il concetto di patria non aveva alcun significato nazionalistico ma un valore soprattutto sentimentale, aperto perciò alla solidarietà umana. È con la rivolt1zione francese che il concetto di nazione si confonde con quello della patria elevando 11nabarriera fra i popoli e dando luogo a un sentimento nuovo, il ccnazionalismo » ( questa parola secondo il dizionario etimologico di 222 Bibliotecaginobiànco

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