Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

portamento ideologico. Esso dipende da una situazione di potere e contribuisce a consolidarla; sicchè la nazione è la ' ideologia' di un tipo di stato (il modo con il quale- gli individui se lo figurano), ed ancora che il gruppo nazionale rimanda al gruppo statale, ma che, per sè considerato, è il gruppo degli individui che professano una ' ideologia' nazionale, gruppo che può evidentemente comprendere individt1i che giuridicamente appartengono ad uno stato che non corrisponde a quello dell'ideologia professata, come nel caso di popolazione di confine, contese da due stati, ed in casi equivalenti » (p. 128). Il nazionalismo, allora, ha d11e aspetti, l'uno soggettivo, che è quello ideologico, e cioè l'idea che i cittadini si fanno del proprio stato e che detta la loro condotta politica, l'altro oggettivo, che è la struttura dello stato burocratico che sorregge la condotta e fornisce lo schema esplicativo della situazione reale che rende possibile certe condotte. La fedeltà nazionale è una fedeltà suprema, perchè nella coscienza nazionale si riflette la situazione di potere che ha operato il collegamento tra le azioni umane più importanti e il 1nassimo potere politico. Servendomi più volte del suo stesso linguaggio, non sempre facilmente traducibile in pagine più discorsive, ho fin qui riassunto con una certa ampiezza il contenuto del volume perchè più chiari apparissero la problematica e il metodo dell'A.: attuale la prima, discutibile e tale da lasciare perplessi il secondo. Nuoce, forse, all'esposizione una certa frammentarietà di discorso e le troppo frequenti digressioni. Indubbiamente anche in queste, se non forse particolarmente in queste, l'A. getta luce, con sagace rapidità, su una serie di questioni, come quella, ad esempio, della storiografia nazionale, che, come l'A. stesso ricorda, fu oggetto della meditazione crociana; o come quella, ennesima mistificazione, del nazionalismo 'buono' e del nazionalismo ' cattivo'. In ciascuno di quei comportamenti, infatti, non vi era affatto la fedeltà a certi valori, liberali, democratici etc., ma sen1pre, piuttosto, la fedeltà alla nazione. Buo110appare anche il lungo excursus sul ' caso americano', dove l' A. polemizza con le idee del Kohn. Questi, nel suo volume ( « L'idea del nazionalismo nel suo sviluppo storico ») aveva affermato che la nascita dell'uomo nuovo americano era stata provocata e facilitata soprattutto da una trasformazione intellettuale e morale; e l'Albertini per contro dimostra che anche in America la fedeltà non nacque come fine, ma come mezzo, e cl1e fu soltanto ]a federazione a creare il mezzo idoneo per imporre a tutti gli americani il lealismo americano, abbattendo o superando i preesistenti lealismi particolari. Anche la nazione americana quindi nacque - ed è questa l'idea fondamentale dell'Albertini sullo stato nazionale - quando si creò la struttura di potere adatta per sostenerla. Ma, come dicevo poc'anzi, è sopratt11tto sul metodo seguito dall' A. che deve portarsi l'attenzione. Egli ha constatato che lo studio della 11azione e dello stato nazionale è stato sempre affrontato o dal punto di vista storico o dal punto di vista sociologico, inteso questo come l'abito mentale di chi « è tratto ad isolare certi caratteri di certi fatti 219 Bibliotecaginobianco

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