in rapporto a che, il co1nportamento umano caratterizzato dalla fedeltà ad lin nome di nazione » (p. 71). Posto cl1e cc il problema delle ' origini delle nazioni' è in realtà quello della comparsa di certi comportamenti» (p. 85), l'A. esclude che nel Medioevo potesse esservi quel tipo di fedeltà in cui s'identifica il comportamento nazionale, daJ momento che cc gli uomini del medioevo vivevano tra un macrocosmo, la religione, e un microcosmo, il piccolo gruppo al quale appartenevano personalmente e nel quale esaurivano completamente tutto il ciclo delle loro esperie11ze » (p. 85). Soltanto successivamente comincia il processo che porterà alla formazione degli attuali stati nazionali. E tuttavia, anche in questo processo non gioca alcuna parte 'il comportamento nazionale'. Dal punto di vista della estensione territoriale, infatti, viene in primo piano il comportame11to - di dipendenza politica, perchè cc soltanto quando un territorio è diventato unitario per l'evoluzione di questi rapporti (politici ed economici), e nella misura in cui tale unità può diventare nazionale, il territorio <liventa ' uno' nel senso nazionale » (p. 95). Così del comportamento linguistico può dirsi che la coestensione della nazionalità e della lingua, che noi oggi siamo portati a considerare come 1111dato, è piuttosto il frutto di un processo inteso a imporre l'uso della stessa lingua per ragioni di ordi11e pratico sui territori unificati dallo Stato. Così, infine, per il comportamento religioso è chiaro che le varie chiese ' nazionali' non sono nate per ragioni di ordine religioso, ma piuttosto per l'intervento più o meno diretto del potere politico, così come ' il carattere nazionale' delle lingue non si deve affatto a motivi linguistici. Se si esaminano, invece, le trasformazioni delle istituzioni che l1anno dato vita al moderno stato burocratico, ci accorgiamo cc che tra il secolo tredicesimo e il secolo diciottesimo in alcuni paesi d'Europa l'evoluzione della situazione di potere estese i rapporti di comando e di obbedienza a gruppi i cui confini territoriali coincidono press'a poco con gli attuali confini nazionali, e collegò allo stato diversi comportamenti umani, che nella loro qualità specifica non hanno carattere politico» (p. 101). Sebbene questi comportamenti corrispondano nelle grandi linee agli attuali comportamenti nazionali, tuttavia nel periodo della loro comparsa e della loro espansione, non si trova un diffuso incentivo 'nazionale'. Si trova, invece, alla base del collegamento di tali attività con le istituzioni ed i sentimenti di gruppo, la politica, sia come intervento diretto dei governi, sia ·come prodotto del potere diffuso. E questa politica ... non era nazionale » (p. 102). Sembra che questo mutarnento sia avvenuto tra il secolo XVIII e il secolo XIX. Fino alla fine del settecento, infatti, ci troviamo di fronte a comportamenti unificati su spazi comparabili a quelli attuali delle nazioni; abbiamo le istit11zioni corrispondenti e abbiamo anche il collegamento fra quei comportamenti e queste istituzioni; e tuttavia i valori supremi non si esprimono ancora in termini nazionali. Poichè esiste un ' comportamento nazionale' bisogna però domandarsi: che cosa è la nazione? « Il comportamento nazionale - conclude l'A. - è un com218 Bibliotecaginobianco
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