Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

zionali e fornirono stabilità e sict1rezza alle compagini nazio11ali » (p. 3). L'analisi, secondo l' A., deve portarsi, perciò, st1 qt1ello che egli chiama 'il comportamento nazionale', « nostto abito politico quotidia110 », eppure del tutto oscuro e incomprensibile non appena cerchiamo di spiegarlo, perchè oscuri e discussi sono i significati sia del termine stato, sja del termine nazione. Nè facile a risolvere è la questione del metodo di studio da adottare, perchè se è vero cl1e l'oggetto della ricerca rientra nell'ambito della cultura politica, è ancl1e vero che cc lo stato attuale di questa cultt1ra, in bilico tra la filosofia, la storia, il diritto, l'economia, la sociol~gia (recentemente) ed una empiria non sistemata, rende possibili le più diverse interpretazioni dei concetti politici, li ]ascia in un grave disordine linguistico, e non ci consente di ricorrere con certezza ad un metodo preciso e ad oggetto stabile, cioè ad una sict1ra selezione di dati » (p. 8). La ricerca dell' A. procede, dunqt1e, su dt1e piani, « quello della descrizione e della comprensione di certi fatti, e quello dell'indagine dei - fondamenti teorici con i qt1ali ne parliamo » (p. 10). Bisogna, in primo luogo, esaminare le dottrine che della nazione pretendono spiegare l'origine, il carattere e il valore. Ovviamente non quelle che fanno dip,endere la nazione da fatti estranei ad essa, come lo stato o i rapporti di produzione, ma quelle che della nazione tendono a mettere in luce i fattori intrinseci. A ben vedere dominano questo campo due idee madri: la nazione come razza e la nazione come ' organismo vivente ». La prima si critica facilmente ponendo mente al fatto che re i caratteri razziali effettivamente isolati dagli antropologi non stabiliscono divisioni corrispondenti alla divisione della umanità in nazioni » (p. 13); della seconda può dirsi che essa non introduce un criterio che valga a selezionare e comprendere i fatti nazionali, percl1è dopo aver assunti come fatti nazionali quelli così qualificati dalle ideologie politiche dominanti, anzichè imp·utarli ai singoli individui preferisce imputarli a questa entità misteriosa e ineffabile, assolutamente metaempirica, che noi chiamiamo nazione e i tedeschi V olksgeist. Nascono queste dottrine da usi linguistici e procedimenti mentali molto diffusi, perchè tutti usiamo attribuire a soggetti collettivi azioni umane, senza renderci conto che non ci è facile o non ci è possibile vedere quale realtà ci sia effettivamente dietro il soggetto collettivo; sicchè l'imputazione del comportamento o dell'azione al soggetto collettivo non è affatto una comt1nicazione concisa di una conoscenza precisa, ma piuttosto un mezzo imperfetto di espressione di una conoscenza imperfetta. Ed è proprio questo il caso della nazione. A seconda, infatti, del se noi volgian10 la nostra attenzione al soggetto ovvero all'azione e al comportamento di lui, nasce l'idea della razza ovvero quella dell'organismo vivente. In realtà, posto che la nazione non può non risolversi negli individui · che la compongono, e dimostrato che ricorriamo mentalmente alle idee di soggetto collettivo e di azione collettiva ogni qualvolta non rit1sciamo a conoscere con perfezione una data esperienza, è chiaro che bisogna 216 Bibliotecaginobianco I

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