vento dell'Autore (veramente realistiche e t1tili le pagine sul cc disfat- · tismo europeo» di A. Toynbee). Come pure di grande interesse per chi ~ntenda approfondire realmente il problema politico-istituzionale dell'J~·uropa, e uscire dalle secche di un troppo facile e vago federalismo, è l'esame del concetto di cc federazione europea ·»: ha sostanzialmente ragior;e il Beloff quando sostiene che la federazione è in realtà cc una f orm:-1di governo nazionale », e che non esistono perciò modelli storici ai quali l'Europa federata potrebbe ispirarsi. È evidente che gli esempi anglJsassoni - U.S.A., Canada, Australia -· e l'esempio svizzero possono bensì essere portati in campo quando sj vuol fare della propaganda federalista, ma si rivelano estranei ad una ap-profondita discussione sul possibile assetto istituzionale di una Europa federata. Se però ci soffermiamo ad esaminare direttamente la personale posizione del Beloff circa il dilemma - programma federalista o politiche nazionali unioniste? -, ci sembra che anche un osservatore disinteressato della discussione non potrà oggi condividere l'enunciato basilare, che « i compiti che le nazioni europee devono assolvere in comune se vogliono soddisfare le aspirazioni dei loro popoli ad t1na vita migliore e salvaguardare la loro posizione nel mondo, saranno tutt'altro che facilitati da una insistenza troppo dottrinaria a favore di una soluzione federale in contrapposto ad una soluzione non federale dei problemi istituzionali che tali nazioni devono affrontare». Certo, l'affermazione del Beloff sembrerebbe giustificata dalle lunghe analisi (ricche d'acute osservazioni) da lt1i dedicate alla situazio11e europea e alla possibilità d'un:i st1a evoluzione lungo la linea di unione « indicando con questo termine il maggior riconoscimento da parte delle nazioni della necessità e possibilità di svolgere in comune talune 'attività, o ... di integrazione, riferendosi alla creazione di organi comuni per il suddetto scopo ». Ma ne dubitiamo molto. In linea di fatto, sarebbe oggi davvero difficile affermare che quei « compiti» abbiano trovato e trovino un ostacolo nel dottrinarismo federalista. Tutt'al contrario, pl1rtroppo, lo hanno trovato nella convinzione di tl1tte le classi dirigenti et1ropee che la cc realistica » cautela nei riguardi dell'integrazione (non già della federazione, di fatto esclt1sa dal dibattito politico ufficiale) non sia mai troppo grande. E alla realizzazione dei com1?iti di collaborazione e integrazione politica, economica, scientifica cultt1rale, tanto accuratamente additati dal Beloff, non è certo oggi di ostacolo l'idea cc dottrinaria » federalista, poniamo, d't1n Altiero Spinelli, bensì la miserevole cc Et1ropa delle Patrie » con cui il reazionario governo francese di oggi si va baloccando, mentre rischia di distruggere nella sua senile demenza tl1tto quel che sul cammino dell'Europa e della collaborazione atlantica si era fatto finora. E forse l' cc Europa delle Patrie » è proprio un sottoprodotto delle grandi cautele, della cc saggezza » di cui si è fatto tanto sfoggio dopo il '45. D'altra parte, se già ql1attro anni fa si pot.eva dubitare che l'unione e integrazione, in via di realizzazione o realizzate, avessero una effettiva solidità, potessero considerarsi ormai dati acquisiti della realtà europea, 208 Bibliotecaginobianco
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