Nord e Sud - anno VII - n. 11-12 - dicembre 1960

libro oltre tre anni dopo l'originale stesura e pubblicazione. Non v'è bisogno di indicare le notevoli differenze della situazione politica europea e mondiale tra il 1956 e il 1960; lo stesso Beloff ha nel suo libro più volte sottolineato il carattere estremamente fluido della situazione mondiale ed europea quale si presentava ad un attento osservatore dopo i grandi fatti del '56. Così, l'opera è oggi alquanto invecchiata; o almeno, è trascorso il tempo di meditare utilmente su molte osservazioni e diagnosi in essa contenute. A parziale compenso, sta il fatto che la tradu- . zione preparata da Sergio Cotta è buona; né il libro è di quelli irrimediabilmente legati al momento in cui vengono pensati. Il modo del Beloff di trattare il vasto e complesso argomento è tanto probo, la sua competenza così vasta, le sue risorse nel campo dei suggerimenti e delle proposte così notevoli, che questo libro rappresenta ormai un insostituibile pietra di paragone di ogni forma d'unionismo europeo, se non altro come somma delle difficoltà e dei problemi e come critica tra le più dotte e penetranti che siano state portate a t1n federalismo troppo spesso ingenuo e generico. Certo non è un'opera, questa, fatta per entusiasmare i federalisti europei (ed è abbastanza evidente che Denis De Rougemont, nella prefazione, non se ne mostra troppo entusiasta, come in generale non appare entusiasta delle discussioni di Strasburgo). È palese l'intenzione del Beloff cl1e non è un federalista ma soltanto un cauto integrazionista, di non evitare alcuna delle difficoltà che l'idea unionista presenta, e di mettere in rilievo il carattere estremamente complesso della realtà europea, con la coscienziosità dello storico avvezzo a guardare le cose con distacco e con l'esperienza del consumato specialista di problemi internazionali, ben consapevole della loro connaturata asprezza. Ma non sarebbe giusto dire che il libro è antifederaljsta: non solo perchè qualcosa di profondo accomuna il Beloff ai federalisti veri e propri, la preoccupazione per i problemi della vecchia Europa e la consapevolezza della decadenza delle tradizionali cc sovranità », ma anche perchè la trattazione è del tutto aliena da ogni carattere polemico e propagandistico a favore dell\1na o dell'altra tesi; è un vero, dotto e intelligente report. Diciamo subito, per definire il nostro giudizio, che già alla prima lettura il libro del Beloff rivela una caratteristica, cl1e dobbiamo considerare un difetto : la scarsa incisività dell'analisi politica concreta. Gli elementi viventi della vita europea, gli stati con la loro vita interna, sono considerati troppo dall'aJto, come realtà di fatto sanzionate da t1n tranquillizzante crisma di ufficialità. La drammatica dinamica interna dei nostri Paesi appare su uno sfondo lontano: in primo piano è l'Europa delle tavole rotonde di professori universitari e di presidenti o ex-presidenti del Consiglio, di alti funzionari e di diplomatici. Questa Europa ha, ben s'intende, una grande importanza, che solo il djlettantismo di certi eutusiasti europeisti può sottovalutare; ma ha una proporzione, che va accuratamente e critica1nente valutata, non passivamente presupposta. Certo, è da te11er conto delle circostanze in cui è 205 Bibliotecaginobianco

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