di 67.000 unità; ma, se calcolata solo per l'ultimo quinquennio, risulta salita a 74.000 unità 2 • Segno anche questo che, per l'emigrazione italiana, la più importante dell'Et1ropa meridionale, le destinazioni transalpine, e in particolare quelle dei paesi poi entrati nel MEC, sono venute acquistando crescente importanza; e che le prospettive di una emigrazione dall'Europa meridionale all'Europa continentale, allargate dalla progressiva attuazione de] MEC, pongono ora una serie di problemi ai governi dei paesi di immigrazione e ai governi dei paesi di emigrazione 3 : specialmente ai fini dei comuni interessi di t1na efficace compensazione tra offerta e domanda di manodopera sul mercato europeo del lavoro. Possiamo dividere questi problemi in due grandi categorie, a seconda che si tratti di far fronte a esigenze di migliore distribuzione della popolazione da un punto di vista territoriale o da un punto di vista professionale. Da un punto di vista territoriale - che è quello che qui ci interessa - sono in primo piano i problemi del decentramento industriale dalle aree superindustrializzate (per es.: la Rhur); del decongestionamento demografico delle aree metropolitane superurbanizzate (per es. : la regione di Parigi); della industrializzazione e urbanizzazione nelle aree sottosviluppate (gran parte della Francia centrale e me1idionale, per es., e gran parte dell'Italia all'infuori della Valle Padana); della espansione economica dalla regione centrale del MEC (la cosiddetta u fascia lotaringica ») alle regioni periferiche (Italia meridionale e Francia del Sud Ovest). Se noi guardiamo la carta che raffigura la densità 2 Cfr. Sergio Fabbri, Il movirnento migratorio italiano nella zona della CEE dal dopoguerra ad oggi, « Il lavoro europeo », n.3, marzo 1960. 3 ·Paesi di immigrazione sono tutti i paesi del Mercato comune, tranne l'Italia, che, come la Grecia e la Spagna, è un paese di emigrazione. È stato proposta una norma che « sancisce la priorità del mercato comunitario nel senso che ciascuno stato non può occupare lavoratori provenienti da una nazione al di fuori del MEC, se, per quel posto, vi sono richieste da parte di lavoratori del MEC » (si veda la relazione delf on. Rubinacci sulla libera circolazione delle forze di lavoro nell'ambito del MEC e le anticipazioni che di questa relazione si sono potuto leggere nel cc Tempo» - pagina napoletana - del 30 settembre 1960). Si tenga presente che accordi migratori bilaterali sono stati conclusi negli ultimi anni, da paesi di immigrazione del MEC, con la Spagna e con la Grecia (sulla adesione del1a quale alla piccola Europa sono in corso, come è noto, discussioni e negoziati); e che altri accordi bilaterali sono pure in vigore fra l'Italia e paesi, come la Svizzera e l'Austria, che non appartengono al MEC. 167 Bibliotecaginobianco
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