e<l efficiente agricoltura. La instabilità monetaria di molti paesi, connessa al precario equilibrio delle bilance dei pagamenti, aveva, d'altra parte, messo in evidenza la necessità di ridurre le importazioni e particolarmente quelle non direttamente destinate aglì investimenti produttivi o al riarmo, prime fra tutte, perciò, quelle di prodotti alimentari. Per effetto dell'azione di questi motivi diversi il sistema di difesa dell'agricoltura ha assunto dovunque in quegli anni forme più complesse e insidiose di quanto non lo fossero quelle dell'antica semplice protezione doganale. I contingenti e le altre restrizioni a carattere discriminatorio hanno, infatti, da lin lato, co•ntribuito a distorcere gli indirizzi delle singole produzioni ag1icole nazionali, allo11tanandole da quelli meglio rispondenti alle caratteristiche natl1rali e alle esigenze della tecnica e dell'economia, e, dall'altro, ha11no permesso che in ogni paese traessero profitto da questa situazione e politicamente si rafforzassero determinati gruppi di produttori agricoli, più fortunati e meglio organizzati, a danno, oltre che dei consumatori, di altre categorie di produttori e particolarn1e11te di quelli interessati alla esportazione 3 • La seconda guerra mondiale e gli anni che l'hanno immediatamente seguita, lungi dal co•rreggere questo corso, l'hanno ulteriormente aggravato, proprio perchè le limitazioni alimentari, il timore d'un loro ripetersi e le persistenti difficoltà monetarie hanno contint1ato a spingere nello stesso senso. È solo dopo il 1950 che - essendosi creata una situazio,ne nuova - ~ « L'agricoltura coscituisce l'esempio più evidente delle recenti politiche economiche nazionali », scrive lo Svennilson (op. cit., pag. 89-90): « Non v'è altro settore dell'economia europea, infatti, nel quale la difesa di una parte a spese della rimanente comunità sia stata spinta tanto olh·e. Dato che gli agricoltori avevano duramente sofferto della guerra e della crisi economica mondiale, le varie politiche nazionali si proposero di mitigarne gli effetti catastrofici. Senonchè esse, nella maggior parte dei paesi, non riuscirono ad evitare che l'agricoltura assumesse molti degli aspetti di un'« industria depressa » : bassi profitti degli agricoltori, lento accresci1nento della produzione e della produttività, impiego sperperatore delle forze di lavoro. « Il fatto è che queste politiche - come era ovvio - mantennero sempre carattere di en1ergenza e spesso risultarono prive di adeguati coordinamenti. È accaduto così che si prestasse, di norma, scarsa attenzione ai miglioramenti della produttività, onde elevare la capacità concorrenziale dell'agricoltura europea, e che r effetto dei provvedimenti protezionistici fosse spesso ali' opposto quello di conservare all'agricoltura una struttura inefficiente o di svilupparla secondo linee contrarie ad una più favorevole specializzazione regionale ed internazionale » . 146 Bibliotecaginobianco
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