Nord e Sud - anno VII - n. 10 - novembre 1960

~ •• ! f essionali, in concomitanza con quella giornalistica professionale » . Ci • ~ sembra che in questo ragionamento vada persa. l'essenza della cosa. Il ·:contrasto con la Costit11zione è dato dal fatto che cl1i vuol dirigere t1n ·:giornale debba essere sottoposto a determinate condizioni per poter . .esercitare questo compito, non dal fatto che il giornalista professionista l non può esercitare contemporanea1nente un'altra professione. Se ciascu- ,. ~o ha il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la stampa, q11estovuol dire che lo può fare anche con la stampa periodica , e questo implica che, se lo vuole, può anche assumersi la responsabilità di firmare un giornale quotidiano o periodico. Se la legge istitutiva del1' albo professionale obbliga a sottoporsi a certe pratiche per avere il diritto di firmare 11n organo di stampa e, sopratutto, se un gi11dizio anche motivato, esposto da chi fa già parte dell'albo, ne impedisce l'iscrizione, la libertà di esporre le proprie idee e firmare un periodico non è più effettiva. Qualsiasi condizione posta all'esercizio cli questa libertà è in contrasto con la Costituzione, anche quella di non poter esercitare u11'altra professione accanto a quella giornalistica. A noi sembra che il ragionamento fatto dalla Corte d'appello di Roma sia manifestamente lontano dall'essenza del quesito a tale Corte sottoposto. È un sofisma porre come premessa quanto è app11nto in discussione: si premette la legittimità delle disposizioni dell'albo, mentre invece sono proprio queste in contrasto col precetto costituzionale. La progettata istituzione di un cc ordine » dei gior11alisti e il conseguente mantenimento dell'~lbo, anche se modificato in quanto concerne la sua autonomia da interventi del potere esecutivo, a nostro avviso porterebbe dei vantaggi soltanto a coloro cl1e vi fossero iscritti, ma costituirebbe un pericolo non immaginario per l'avvenire della professione di giornalista e per la libertà di espressione in generale. Il problema delle com1111icazionidi massa, l'importanza del ruolo che nella moder11a società assumono gli strumenti pubblicistici, devono far pensare non a una regolamentazione corporativamente chi11sa,ma obbligano ad affrontare con serietà i problemi inerenti alla capacità e alla preparazione dell'esercizio di una professione che oggi non può essere ritenuta 11na cc libera professione » nel senso in cui si parla della professione forense o medica. È assai più importante, nella società, assicurare la libera discussione e la più a1npia libertà degli strumenti ad essa inerenti; la tendenza deve essere quella di moltiplicare gli strumenti d'informazione aprendoli alla collaborazione di tutti coloro che hanno qualche cosa da dire nei più diversi rami dello_scibile, per cc informare » sempre 18 Bibliotecaginobianco

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