sforzo di ridurre lo squilibrio tra Nord e Sud, e non sprecate in un'impresa svantaggiosa da tutti i punti di vista. Insistere a chiedere l'intervento dello Stato in quelle zone montane in cui risulterebbe non solo antieconomico, ma: anche socialmente non indispe11sabile, è ormai pura demagogia. CESARE MANNUCCI La· non inutile riforma agraria In queste ultime settimane, dinanzi ai bilanci consuntivi di dieci an11idi lavoro nel Sud, presentati al Parlamento dal Presidente del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno e dal Presidente del Consiglio di amministrazione della cc Cassa1 », sono rispuntate su alcuni giornali lombardi vecchie tesi tendenti a dimostrare la inutilità degli sforzi economici nell'area meridionale. Da questa « constatazione » alla proposta di sospendere ogni lavoro nel Sud il passo è stato breve. Un collaboratore del quotidiano economico « 24 Ore » l1a scritto addirittura a chiare lettere che << ••• dovrà di nuovo proporsi all'attenzione del mondo politico il problema della convenienza a proseguire nella politica di sviluppo di quegli investimenti nel Mezzogiorno cl1e si rivelassero alternativi ad investimenti nel Nord, nel senso di giudicare se non convenga accelerare la migrazione delle popolazioni meridionali verso il Nord accrescendo gli investimenti nelle zone settentrionali, anzichè accrescere gli investimenti in loco... a nostro avviso si dovrà almeno riconsiderare la distribuzior1e degli investimenti nel Mezzogiorno, riducendo le spese pazzesche per la riforma· fondiaria ». Di fronte a tali proposizioni soprattutto quando si considera che esse sono il risultato di analisi di dati ed elementi di un bilancio che chiaramente indica una realtà economica in movimento, siamo indotti a credere che da interi lustri chi le scrive non ha messo piede nei territori meridionali inclusi nei comprensori di riforma. Solo perchè si è notato nelle cifre della relazione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno che in questi ultimi tre anni il totale dei consumi privati e pubblici nel Sud è superiore a quello delle disponibilità locali, si grida allo scandalo, si propone di cancellare co11un colpo di spugna quanto fino a·d ora si è fatto, anche con moltissimi errori, lo riconosciamo, si giunge a dire che l'unica soluzione è il << grande esodo collettivo » verso l'industrializzato Settentrione. ffl 'Biblioteca Gino Bianco
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